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October 06 2017
Il rastrellamento nazista del ghetto di Roma, con il suo carico di morte, è stata una delle pagine più orribili della storia contemporanea. E proprio nell'anniversario di quei fatti, in ricordo dei 1.024 ebrei romani deportati nei campi di concentramento e mai più ritornati - solo 16 riuscirono a sopravvivere - il giornalista e scrittore Antonello Capurso porta sulle scene un'opera che ha scritto e diretto in prima persona, e che si intitola "16 ottobre 1943: una storia e altre storie".
La piéce, che andrà in scena a Roma al Teatro Petrolini il 6, il 7 e l'8 ottobre e che aprirà le giornate del ricordo della razzia del ghetto, narra una vicenda inedita e quasi incredibile: "È la storia vera di una ragazza ebrea di 22 anni, Mariadora" racconta Capurso "e delle rocambolesche vicende attraverso le quali si cercò di organizzare il suo salvataggio dal rastrellamento. Su questa storia principale si intrecciano molte altre narrazioni, tutte con protagonisti reali: non una sola riga della mia opera è infatti inventata, ho ricostruito tutto fedelmente grazie a memorie scritte e narrazioni di familiari".
Non svela molto della storia, Capurso, premettendo che solo in teatro si scoprirà come lui sia venuto a conoscenza delle vicissitudini di Mariadora, sulla quale la famiglia ha sempre voluto mantenere il riserbo, almeno fino a ora: "Il mio è stato un lungo lavoro di ricerca" prosegue il giornalista" perchè volevo assolutamente dare vita a un racconto corale, e non limitarmi a narrare la storia di questa ragazza. Anche perché tanti personaggi che intersecano la vicenda principale sono uomini e donne poi diventati molto importanti, da Arminio Wachsberger, che fu uno dei 16 sopravvissuti- a Lia Levi, da Stefano Siglienti -poi Ministro delle finanze- a Ugo Battaglia, del gruppo anti fascista Giustizia e Libertà".
L'incredibile storia di Mariadora, che cercò rifugio presso una famiglia controllata sia dai fascisti che dai nazisti, e persino dai comunisti "in una delle vicende" spiega Capurso" davvero più incredibili che si possano immaginare", sarà portata in scena dallo stesso giornalista che fa la voce narrante, e dall'attrice Micol Pavoncello, che intrepreta sia Mariadora che Sandra, l'altra ragazza protagonista: "Volevo raccontare queste storie" conclude Capurso" senza dar loro pesantezza, pur nella terribile ricostruzione della verità.
Proprio per questo ho scelto di utilizzare anche molte musiche e molti filmati, per un'ora di narrazione che sicuramente tiene attaccati alle poltrone".
E per questa "prima", che è sponsorizzata dalla rivista ebraica "Shalom" e approvata dalla comunità ebraica di Roma, saranno in sala molti familiari dei veri protagonisti della storia.