Lifestyle
May 29 2014
NOME: Emanuela Postacchini
CHI È: attrice
COSA FA: è nel cast di due produzioni internazionali in uscita quest’anno cioè Third Person di Paul Haggis al fianco di nomi come Liam Neeson e Adrien Brody, e in Thursday di Balazs Juszt. È stata selezionata dalla fotografa Angela Lo Priore per essere immortalata nel volume One Hundred Portraits, una pubblicazione che raccoglie 100 ritratti di altrettante star del cinema italiano e internazionale, da Brad Pitt ad Angelina Jolie, da Luisa Ranieri a Scarlett Johansson. È testimonial del brand di hairbeauty, Cotril.
DICE DI SÉ: “Mi piace vivere e rischiare, mettermi alla prova sempre e comunque. Non mi piacciono i rimpianti...so che esistono le sconfitte, alle volte, ma per me il gioco è sempre 'on' ”.
In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?
Nelle attività creative, dalla recitazione alla fotografia, una delle mie grandi passioni. Detesto la matematica: nonostante mio padre sia commercialista, tutto ciò che riguarda numeri e calcoli non mi è mai piaciuto.
Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?
Mi piacerebbe saper suonare uno strumento. Rimpiango molto di non essermi impegnata a sufficienza: a sei anni ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte, poi ho preferito dedicarmi alla danza.
Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?
Ho provato a ribellarmi alla tradizione della torta e al “tanti auguri” già quando ero una bambina, ma non ci sono riuscita. Confesso che non mi è mai piaciuto ed è uno dei rari momenti in cui riesco a imbarazzarmi.
Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?
Al cinema raramente, ma sul divano di casa sono capace di pianti ininterrotti. Colleziono dvd per cui mi capita spesso di vedere film e di piangere come una matta (dice ridendo). Con La vita è bella non riuscivo a smettere, di recente invece mi è capitato con Dodici anni schiavo: non mi colpiscono tanto le storie d’amore, quanto piuttosto la generosità d’animo e le storie dove si parla d’ingiustizie umane.
Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?
Nelle Marche, a casa dei miei genitori, ci sono un po’ di cose. Quando vado a trovarli mi capita di curiosare nei cassetti e trovare qualcosa: mi fanno molto ridere le pagelle perché nelle note comportamentali veniva sottolineato come avessi sempre la testa tra le nuvole, una caratteristica che mi appartiene ancora oggi. Resto la solita sognatrice.
C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?
Chi non ama o non sa gustare il cibo, non può amare la vita. Non so se sia una questione di fiducia, ma mi fanno tristezza le persone che mangiano cibi insapori, se non per particolari necessità legate a regimi alimentari specifici. Io mi reputo una buongustaia.
Puoi dire con certezza di aver amato?
Amo.
Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?
Diffido dei finti strambi che incontro nell’ambiente dello spettacolo: se ne trovano parecchi, ahimè. Ma sono molto affascinata dagli strambi veri, dalle persone particolari che vivono in un mondo tutto loro e agiscono senza calcoli e doppi fini. Sarà che sono un’osservatrice attenta e m’intrigano le persone particolari e curiose.
Sai mentire?
Quand’ero piccola, mia mamma mi diceva che ero una campionessa di bugie bianche (ride). Mi è capitato di mentire ma sono un disastro a ricordare le cose perciò evito.
Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?
Tutte e tre le cose. Io sono sportiva dalla nascita perché mio padre è un fanatico di sport e me ne faceva fare anche cinque o sei alla volta. Ho provato di tutto, dal tennis all’atletica leggera e ho fatto soprattutto ginnastica artistica e poi danza. Lo sport è fondamentale per il mio benessere fisico. Ora faccio yoga e adoro gli sport estremi, tutti tranne il bunjee jumping.
Quando il gioco si fa duro, sei una dei duri che cominciano a giocare?
Da sportiva vera, non mollo mai e combatto. Essendo molto determinata e autocritica, pretendo molto da me stessa: mi conosco, so quali sono i miei limiti e investo tutte le mie forze per migliorare.
Qual è la tua torta preferita?
Cioccolato e cocco.
Ti definiresti una buona archivista, rispetto alla tua memoria, o una cattiva archivista?
Pur essendo disordinata, ho un’ottima memoria visiva. Diciamo che questo sopperisce al resto, perché tendo a dimenticare molto in fretta. La cosa strana è invece che nel lavoro è tutto diverso: faccio molti provini e con gli script e i copioni non ho problemi, tant’è che spesso mi bastano un paio di letture per ricordarle bene.
Quest’anno farai viaggi significativi?
Qualche settimana fa sono stata a Santorini e sto per rientrare a Los Angeles, dove vivo: può essere che faccia qualche qualche viaggio last minute, perché col lavoro che faccio è difficile programmare a lungo termine.
Sarai più felice in futuro?
La felicità è un qualcosa di così inafferrabile che è difficile dare una risposta. Dura poco, si ha la sensazione di non riuscire a coglierla mai completamente: spero di continuare ad avere accanto la persona che amo e la mia famiglia che mi vuole bene, perché la sensazione di essere circondata dagli affetti mi rende felice.
*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)