Lifestyle
April 02 2013
NOME:Selvaggia Lucarelli
CHI E’: blogger, conduttrice televisiva e radiofonica.
COSA FA: editorialista del quotidiano Libero, conduce Celebrity Now (in onda su Sky Uno il venerdì alle 20 e 40) e La fine del mondo (con Fabio de Vivo su Radio m2o dalle 18).
DICE DI SE’: “Sono multitasking. La passione è la mia benzina. Mi piace la comunicazione e l’uso della parola a tutti i livelli. Non lo faccio per la gloria, non me ne frega niente del successo”.
In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?
Ho talento nell’individuare le crepe, le smagliature, i punti deboli di cose e persone (me compresa). Insomma, ho una forte capacità critica, autocritica e analitica. Non ho alcun talento in tutto quello che richiede manualità, burocrazia e sintesi. Sono una pessima artigiana, una pessima organizzatrice e una pessima titolista.
Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotato, quale attività sceglieresti?
Vorrei saper disegnare. Mi piacerebbe tradurre in immagini alcune mie freddure e invece, l’essere un’assoluta incapace con una matita in mano, mi costringe a tradurle in tweet.
Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?
No. Mi sento ridicola e goffa come mi accade sempre quando sono oggetto di effusioni e manifestazioni di affetto in pubblico. Potessi, affonderei la faccia nella panna e sparirei per un paio d’ore.
Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?
Piango nei momenti giusti, in quelli sbagliati e in quelli neutri. Piango pure quando pago i popcorn. Al cinema ho la risata difficile e la lacrima facile. Ultimamente ho visto The impossible con mio figlio al cinema e dopo mezz’ora di miei pianti ininterrotti lui, di anni 8, mi ha detto: "Mamma, vuoi che ti porti via?".
Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?
Non c’è traccia dei miei trofei. Anche perché nello sport l’unica traccia che ho lasciato è quella dei miei sci su qualche tronco d’albero a bordo pista. A scuola invece sono sempre stata molto brava, ma conservare le pagelle è una roba da nerd con gravi patologie narcisistiche.
C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?
Di più. Sospetto sempre dei troppo esigenti in cucina. Ci sono troppe cose più interessanti di quello che mettiamo nel piatto nella vita, per farne un’ossessione. Se ho due ore libere, preferirò sempre la lettura di buon libro che la preparazione di una torta.
Puoi dire con certezza di aver amato?
No. Ho avuto passioni travolgenti ma malsane e affetti sbiaditi ma molto sani. Credo mi manchi la passione sana, che è l’amore vero e l’unico davvero appagante. Spero arrivi prima dell’osteoporosi.
Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?
Più della gente normale, perché mi affascinano le curve improvvise, le vite che prendono pieghe e colori inattesi. Il caso che capovolge e scuote la normalità, ha un grande fascino narrativo, molto più delle vite che si rivelano atipiche fin da subito.
Sai mentire?
Sì, molto bene e molto raramente perché poi imbastisco bugie così creative che sono anche faticose da partorire e sostenere con fervore. A me stessa non mento quasi mai perché il mio inconscio ha una grande capacità di autodifesa dall’autobluff: quando rimuovo o soffoco verità scomode, mi scattano meccanismi psicosomatici plateali. Se mi stufo di un fidanzato divento allergica alla sua fedina con sfoghi sull’anulare incredibili, se mi molla e fingo capacità di reazione mi cadono i capelli, se non mi piace una cosa che devo dire in pubblico, mi sparisce la voce. Il mio corpo mi parla e mi smaschera, se mento.
Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?
Da vietare per legge.
Quando il gioco si fa duro, sei uno dei duri che cominciano a giocare?
Se posso, quando il gioco si fa duro, esco e vado a fumare. E non fumo neanche.
Qual è la tua torta preferita?
Cioccolato e pere.
Ti definiresti un buon archivista, rispetto alla tua memoria, o un cattivo archivista?
Ottima archivista, specie di dialoghi. Io ricordo sempre tutto quello che mi viene detto e le singole parole utilizzate per dirmelo. Questo fa di me una rompicoglioni doc.
Quest’anno farai viaggi significativi?
Il primo lungo viaggio all’estero con mio figlio.
Sarai più felice in futuro?
Penso che sarò un’anziana molto felice, perché non avrò più le zavorre cretine della vanità e delle aspettative.
*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)