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February 05 2018
Gli splendori nascosti negli ingressi dei grandi edifici di Milano è il tema del nuovo libro edito da Taschen "Entryways of Milan - Ingressi di Milano" a cura di Karl Kolbitz. Il volume fotografico racconta ed illustra una Milano che cela dietro ai suoi pesanti portoni un tesoro architettonico tutto da godere, conservato negli androni di 144 palazzi progettati da architetti di primissimo piano, da Gio Ponti a Giovanni Muzio, da Pietro Portaluppi a Luigi Caccia Dominioni. Oltre alle realizzazioni di architetti e edifici meno noti ma non per questo meno interessanti dei primi. Le fotografie di Delfino Sesto Legnani, Paola Pansini e Matthew Billings raccontano nel dettaglio con sensibilità fotografica verso i volumi ed i materiali, le bellezze della lunga fase del modernismo milanese con esempi dal 1920 al 1970.
Nella fotogallery scelta, abbiamo aperto i portoni di:
Per tutti i milanesi è il "palazzo con l'orecchio". Si tratta di uno dei primi esempi di citofono in città, costituito da una scultura bronzea a forma di orecchio umano opera dello scultore Adolfo Wildt. Costruito tra il 1924 e il 1927 è stato progettato da Aldo Andreani, architetto mantovano tra i massimi esponenti del liberty milanese.
Il Palazzo Sola-Busca, noto anche come Casa Baslini, si trova in via Serbelloni 10-12, nel centro storico in zona Porta Venezia.
L'androne del palazzo di Andreani è caratterizzato da una scalinata curva in marmo Botticino, mentre l'ingresso è costruito in marmo di Baveno rosa per quanto riguarda lo stipite del portone, mentre è grigio per la scalinata d'ingresso. La facciata è in Ceppo dell'Adda, lo stesso materiale di origine fluviale impiegato per gli argini del Naviglio della Martesana.
E'opera di uno dei più famosi architetti del XX secolo, Gio Ponti. Costruita nel 1957, si trova in Viale Lunigiana all'angolo con piazza Carbonari al culmine di un tratto di strada sopraelevato della circonvallazione esterna, in zona via Melchiorre Gioia. E' concepita secondo il gioco dei volumi tipico dello stile di Ponti, il cui equilibrio si gioca sulle facciate impreziosite dalla ceramica a diamante e dalle finiture in alluminio. L'atrio è caratterizzato dalla ripresa degli elementi geometrici a rombo di colore giallo vivo, che contrastano con l'austerità dell'esterno. L'elemento di stacco dell'insieme dell'ingresso è costituito dalla scala in pregiatissimo marmo Rosso Levanto, a contrasto con il candido marmo di Carrara del pavimento.
Il palazzo di via Dezza, 46 in zona Washington-Solari è stata la sede dello studio associato Ponti-Fornaroli-Rosselli, dove l'architetto abitava con la famiglia al piano attico. Molti degli elementi formali di casa Melandri si ritrovano nell'ingresso del palazzo, come ad esempio i colori molto accesi delle finiture in contrasto con la composizione eterogenea dei marmi pregiati del pavimento e delle scale di accesso.
Si tratta di uno degli edifici più preziosi del centro di Milano. Costruito nei primi anni '30 fu progettato dall'architetto trentino Gigiotti Zanini, membro del movimento "Novecento" dopo il suo trasferimento a Milano. Pittore di formazione, portò nei palazzi costruiti negli anni '30 la sua esperienza artistica, che si ritrova appieno nell'androne d'ingresso del palazzo di Piazza Duse. Dietro al massiccio portone ligneo si accede ad un ingresso caratterizzato dalle volte a botte dal quale si staccano i due corpi delle scale. Tutto è dominato dal marmo che si sviluppa in forme geometriche, lastre, colonne. Al pavimento spiccano i mosaici a tema ittico, che introducono alla grande fontana multistrato che domina il primo cortile appena fuori dall'atrio.