Industria
May 20 2022
L’Italia ha risposto al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per dare conto dell’esecuzione della sentenza del 2019 con la quale la Corte di Strasburgo aveva accolto il ricorso di alcuni Cittadini di Taranto contro Ilva.
La Corte con la sentenza Cordella aveva detto che l’Italia era in ritardo nell’attuazione del Piano ambientale Ilva, baluardo, come stabilito nel 2013 dalla Corte Costituzionale, dell’equilibrio tra diritto alla salute e al lavoro.
Oggi l’Italia risponde che quel Piano è in corso di attuazione e in perfetta linea con il cronoprogramma imposto dalla legge.
Per farlo cita la relazione Ispra, agenzia del Ministero dell’Ambiente atta a effettuare i controlli sullo stabilimento sito di Interesse Strategico Nazionale. Il documento ricorda che con il DPCM il 29 settembre 2017 è stato istituito L’Osservatorio Ambientale Ilva per analizzare lo stato di avanzamento dell'attuazione degli interventi prescritti, e costituisce un seguito complementare ai controlli effettuati da (ISPRA) - non previsto da altra autorizzazione integrata ambientale. All'Osservatorio ILVA coordinato dal Mite partecipano i Ministeri interessati, la Regione, la Prefettura di Taranto, la Provincia di Taranto e i Comuni di Taranto e Statte, ISPRA, ARPA Puglia e la Commissione per l'autorizzazione ambientale. L'Osservatorio intende seguire anche le fasi intermedie di attuazione degli interventi rilevanti al fine di individuare tempestivamente eventuali criticità ed essere certi delle azioni intraprese per garantire il pieno rispetto della tempistica programmata.
Nel corso dell'ultimo incontro sono stati esaminati con particolare attenzione tutti gli interventi del Piano Ambientale previsti per il 2021 sulla base delle pianificazioni aggiornate.
L’ultima relazione Ispra sui Controlli presso lo stabilimento siderurgico è stata pubblicata ad aprile 2022.
Innanzitutto si precisa che gli impianti di Taranto, che partivano da una produzione annua di 10 milioni di tonnellate nel 2012, hanno toccato il minimo storico di 3,3 Milioni di tonnellate nel 2020 a causa dell’emergenza Covid-19, per tornare a ridosso dei 4Mt nel 2021, quindi di poco superiore al 50% del già ridotto livello di 6 milioni di tonnellate/anno previsto dal DCPM dal 2017 fino al completamento degli interventi del Piano ambientale.
L’agenzia di controllo appura che attualmente il Gestore è in linea con il cronoprogramma Aia da concludere entro agosto 2023, e che alla data del 31 dicembre 2021 è completo per il 90 per cento delle prescrizioni.
Al Consiglio dei Ministri l’Italia dunque risponde che gli interventi più importanti del Piano Ambientale sono stati realizzati, in particolare:
- l'installazione di filtri a maniche sulla canna fumaria E312 dell'impianto di sinterizzazione, e quindi valori limite più stringenti per le emissioni di polveri e camini di diossina entrano in vigore con decorrenza 1 gennaio 2022 ;
-AFO 1, che era stato chiuso nel dicembre 2012, è stato riavviato dopo un'operazione di ambientalizzazione nell'agosto 2015, mentre AF02 è stato riavviato nel febbraio 2021 dopo essere stato spento per aggiornare i sistemi di sicurezza. A marzo 2021 è iniziata la fermata di AFO4 per consentire la copertura dei nastri trasportatori sospesi.
AFO 3 è stato in parte smantellato nel corso del periodo 2019-20 per far posto agli impianti di trattamento acque di processo degli altiforni, attualmente sono in corso le operazioni di smantellamento delle altre parti impiantistiche.
- copertura dei principali parchi (minerario e parco fossile): il completamento della copertura del parco minerario è stato anticipato al 31 dicembre 2019, mentre la copertura del parco fossile è stata completata, come previsto, entro il 31 gennaio 2021.
L’ottimizzazione del sistema di pressurizzazione dei forni a batteria, già operativo da giugno 2021 per le 3 batterie di cokefazione n. 7, 8 e 9, effettuato tramite la realizzazione del cosidetto SOPRECO (Single Oven PREssure COntrol) consente già a partire dal I semestre 2021 di equilibrare le pressioni all’interno dei singoli forni di cokefazione e quindi di controllare e stabilizzare le emissioni diffuse/fuggitive.
L’aspirazione delle emissioni diffuse delle batterie n. 7,8,9 e (10) è garantita dalle tre nuove cappe aspiranti solidali con le tre nuove guide coke collegate a sua volta, tramite un’unica condotta (trav-l-vent), all’unità aspirofiltrante a servizio del camino E437, a sua volta dotato di SME
L’installazione delle tre nuove cappe solidali con le 3 nuove guide coke garantisce una riduzione delle tonnellate di polveri emesse su base annua stimabile attraverso l’adozione di un fattore di emissione pari a 10 g/tcoke (post adeguamento con 98% di aspirazione) rispetto a 20 g/tcoke (preadeguamento con 96% di aspirazione).
Nel corso del 2021 è stato introdotto per la prima volta in un impianto soggetto ad AIA Statale, l’utilizzo come strumento di verifica, degli APR (droni) le cui riprese video-fotografiche hanno consentito di visionare con grado di dettaglio sufficiente anche quelle opere facenti parte del Piano Ambientale, le quali per estensione e per posizione non potevano essere accessibili alla visione dal piano campagna. Ci si riferisce in particolare alla chiusura dei nastri trasportatori e delle torri con riferimento alle strutture in quota o in piano aventi significativa estensione lineare, nonché alle coperture dei parchi primari. Per rendere possibile questo sforzo tecnico, il personale, ha acquisito nel maggio del 2021, i brevetti di volo APR livello A1/A3 ed A2.
Il documento Consegnato a Strasburgo analizza poi le Indicazioni sulla qualità dell'aria a Taranto, in particolare, a livello di sostanze nocive e polveri industriali prodotto dalle acciaierie.“Sembra opportuno precisare che dalla revisione dei dati sulla qualità dell'aria è emerso che, ogni anno dal 2012, gli inquinanti monitorati rispettano ampiamente i limiti di legge previsti dal D.Lgs. n. 155/2010 in attuazione della Direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria ambiente e aria più pulita per l’Europa”.
Poi vengono analizzati uno per uno gli elementi emissivi, tutti al di sotto del limite stabilito dalla legge italiana ed europea.
Anche rispetto agli unici 4 eventi emissivi avvenuti ad ottobre 2021 (slopping) si sottolinea che non vengono rilevate significative ricadute ovvero connessioni tra questi e gli andamenti orari degli inquinanti gassosi.
Rispetto alle ricadute sulla salute, Ispra ha effettutato un resoconto degli ultimi incontri della Commissione di revisione Aia, che ha richiesto alle agenzie regionali Arpa e Asl di redigere una Valutazione Integrata di rischio sanitario in funzione predittiva prima di procedere a tale revisione. Se è vero che gli esiti della VIIAS evidenziano una situazione di rischio non accettabile per il quartiere Tamburi per i parametri PM10 e PM2.5, questa è però relativa a uno scenario "ante-operam” (assenza di misure di contenimento delle emissioni) e con una produzione massima autorizzata di 6 ml di tonnellate annue di acciaio presa a riferimento (anno 2016), ma non rappresentativa della situazione attuale. La simulazione non tiene conto infatti degli effetti mitigativi derivanti dalle opere di adeguamento ambientale finora realizzate e dalla ridotta produzione di acciaio rispetto alla soglia autorizzata di 6 mln tonnellate/anno, attestatasi negli ultimi 5 anni su una media di circa 4,5 mln tonnellate, con un picco negativo occorso nel 2020 di circa 3,3 ml di tonnellate. Il Gruppo di Lavoro del MiTE in esito a tali elaborazioni, ha proposto all’Autorità Competente di procedere con l’elaborazione di uno scenario cosiddetto “intermedio” ovvero più aderente alla situazione attuale, chiedendo al Gestore una nuova simulazione che tenga conto degli obiettivi del Piano Ambientali completati al 31 dicembre 2021, mantenendo, cautelativamente, una produzione massima autorizzata di 6 mln di tonnellate annue di acciaio.
Il Gestore ha fornito questi dati, ma le agenzie della Regione Puglia Arpa e Asl si sono rifiutate di elaborarlo. A questo punto il Mite ha passato il mandato a Ispra che dovrà consegnarlo a breve.
Nel documento consegnato al Consiglio dei Ministri, l’Italia elenca poi una serie di sentenze atte a dimostrare l’impegno dello Stato nel far rispettare le leggi ambientali.
Un particolare passaggio viene dedicato alla revisione costituzionale con la modifica dell’articolo 9 e 41 per l’introduzione della tutela dell’ambiente.
“In conclusione - termina il documento- alla luce di tutti gli elementi forniti, sottolineiamo i significativi progressi compiuti dallo Stato in materia di tutela ambientale, con riferimento alla fattispecie oggetto della sentenza della CEDU in esecuzione e, in generale, alla tutela di tale valore che è ormai divenuto un diritto fondamentale di rango costituzionale, confidando in una positiva valutazione da parte del Comitato dei Ministri di tutti gli sforzi compiuti dallo Stato per prevenire nuove violazioni della Convenzione e nella conclusione del seguito del caso”.
Queste carte verranno esaminate per la prossima sezione di giugno in cui il Comitato dei Ministri d’Europa dovrà trattare lo stato di attuazione dell’Italia della sentenza Cedu su Ilva (Cordella).
Sempre che nel frattempo l’Italia, che difende lo stabilimento Ilva di fronte l’Europa, non dimentichi di farlo anche all’interno dei confini nazionali.