Calcio
December 01 2022
La Juventus ha vissuto oggi un’altra giornata terribile per quello che riguarda l’inchiesta che ha portato allo scioglimento dell’intero cda a partire dal Presidente, Andrea Agnelli. In mattinata infatti, come ci si attendeva, la procura ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli ex componenti del vertice della società bianconera. Si parte ovviamente con l’ex presidente, poi il vice, Pavel Nedved, l’ex ad, Maurizio Arrivabene ed altri 10 indagati, tra cui la società stessa. Esclusi dal provvedimento invece i tre componenti dell’ex collegio sindacale che hanno dimostrato la loro estraneità ai fatti contestati.
Le accuse sono quelle note da ottobre, dal giorno della divulgazione del documento di chiusura indagini: false comunicazioni sociali, in merito ai bilanci 2018-2019 e 2019-2020, ostacolo alla vigilanza Consob, aggiotaggio e false fatturazioni, tutto questo legato alle presunte plusvalenze artificiali per un totale di quasi 160 milioni e quella che è stata denominata «manovra stipendi» dell’anno della pandemia, cioè i presunti accordi segreti con i giocatori per la dilazione del versamento dei loro stipendi negli anni successivi. Tra queste quella famosa (mai trovata) con Cristiano Ronaldo che da sola varrebbe quasi 20 milioni di euro
A questo vanno aggiunte le notizie di cronaca con il giornali che hanno riportato diverse intercettazioni dai contenuti piuttosto imbarazzanti per i bianconeri. In uno addirittura, due alti dirigenti parlano della situazione contabile come di una nuova «Calciopoli, con la differenza che questa volta ce la siamo creata da soli…».
Insomma, una bufera giudiziario-economica in piena regola che dovrebbe proseguire nei prossimi giorni con la decisione del giudice sulla data dell’udienza preliminare o sull’eventuale archiviazione (che però alla luce di quanto emerso sembrerebbe davvero remota).
Per la Juventus però i guai non sono finiti qui. Nel tardo pomeriggio una nota della Uefa gettava nuova benzina sul fuoco. L’organo del calcio europeo infatti ha aperto un’indagine sulla società bianconera per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per club e sul Fair Play Finanziario. Da Nyon infatti scrivono che tra Uefa e la squadra era stato trovato il 23 agosto scorso un «settlement agreement» basato sulle informazioni sulla situazione finanziaria del club fornite dalla società stessa. «Nel caso che, dopo la conclusione delle indagini, la situazione finanziaria del club dovesse risultare differente da quella presentata all’epoca della stesura dell’accordo la Uefa potrebbe decidere la cancellazione dell’accordo stesso ed imporrà le misure disciplinari necessarie in accordo con le norme della Uefa».
Una lettera dura, dietro cui ci potrebbe anche essere la tensione esistente e pesante tra Andrea Agnelli ed il Presidente Uefa, Ceferin, nata con la nota vicenda della Superlega voluta da Agnelli e osteggiata da Ceferin.
Insomma, inchiesta su inchiesta contro i bianconeri che nel loro percorso di ricostruzione societaria sembrano essere sempre più vicini a proporre un posto di rilievo ad Alex Del Piero, bandiera, se ce n’è una, del club di questi ultimi due decenni. Anche qui però non mancano le perplessità.
Se per un Paolo Maldini che al Milan sta facendo benissimo da dirigente, come aveva fatto da calciatore, ci sono diversi casi in cui il passare dal campo alla scrivania non ha portato fortuna. Ma oggi come oggi, giorni in cui i tifosi vedono solo grigio, brutte notizie, potenziali penalizzazioni e punizioni, fare il nome di «Pinturicchio» è forse l’unico modo per recuperare un po’ di entusiasmo.