L'inchiesta su Toti ed il nuovo reato di «cena non pagata»

Dai tempi di Tangentopoli il numero delle inchieste che hanno coinvolto politica e politici è enorme. Ce n’è per tutti i gusti e per tutti i partiti; ce n’è per tutti i reati e per tutte le regioni, da nord a sud. Ultima, da una settimana, quella legata al Governatore della Liguria, Giovanni Toti. Un’inchiesta che ha diviso il mondo della politica come quello dell’informazione. Si, l’informazione. Quando ci sono inchieste di questa portata l’informazione ha più del suo (unico) compito di raccontare le cose. Giornali e tv diventano infatti volano, a volte megafono della Procura o della difesa, molto più di un semplice strumento di conoscenza, piuttosto una delle armi da utilizzare a fini personali o politici. Niente di nuovo, sia chiaro. Ed è per questo che dall’inizio dell’inchiesta abbiamo scelto di non dare spazio oltre alla cronaca seppure le famose 654 pagine dell’ordinanza siano finite nelle nostre mani poche ore dopo l’arresto (a questo proposito sappiate che esiste tra i cronisti di giudiziaria una vera e propria corsa a «chi ce l’ha prima»).

Il modus operandi poi è lo stesso. Soprattutto quando ci si trova davanti ad un’ordinanza così ampia non è che si riesce a leggere e quindi a raccontare tutto e subito. Se poi l’imputato va bersagliato poco ma con continuità ecco che ogni giorno contro Giovanni Toti le accuse sono aumentate e si sono diversificate. Si è partiti dai fondi (registrati) in cambio di favori legati al Porto di Genova, si è proseguito con storie di spiagge pubbliche che sarebbero diventate private, di ruderi trasformati in alberghi di lusso, il tutto condito dall’immancabile punta di sesso («queste ragazze hanno l’argento vivo addosso…»).

Oggi però in questa corsa a trovare ogni giorno una cosa in più ci siamo trovati davanti ad un capo di accusa che ci ha fatto riflettere; uno dei principali giornali d’Italia sul suo sito così titolava: «Spinelli accusa: Toti venne a mangiare a Montecarlo senza pagare».

Cena a scrocco. ecco l’ultimo peccato del governatore: antipasto, primo e secondo con o senza dolce a sbafo e senza mettere mano al portafoglio. Lo ammetto, mi autodenuncio. Anche io sono andato a cene in cui non ho pagato. Fino ad oggi avevo considerato questa cosa come una sorta di normalità: oggi paga lui, domani pago io. Oppure una marineria, senza nulla in cambio, come quelle che faccio anche io, che facciamo tutti. Cose normali.

Che però, stranamente, si trasformano in arma di distruzione di persona, in capo di accusa. Un ulteriore dettaglio contro il politico arruffone, a caccia di soldi, di potere ed anche di un pranzo a Montecarlo senza mettere mano al portafoglio. Ed allora siamo tutti colpevoli, tutti. Io che come Toti mi sono alzato alcune volte dal ristorante senza pagare e chi mi ha offerto il pranzo o la cena, che mi voleva comprare con uno spaghetto allo scoglio.

Le inchieste più sono grandi e più vanno trattate con serietà soprattutto con rispetto verso le persone coinvolte. Toti è stato intercettato per 4 anni. Se dopo una settimana l’ultimo reato, l’ultima vergogna, è un conto pagato da altri significa due cose: che di grosso contro il Governatore non ci sia poi molto e che alla fine quello che conta è colpirlo.

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