Rapporti con gli ultras: cosa rischiano Calhanoglu, Inzaghi e Calabria

Il confronto tra il centrocampista dell'Inter Hakan Calhanoglu e gli investigatori incaricati dalla Procura di Milano di acquisire nuove informazioni nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nelle curve di San Siro ha chiuso il giro delle audizioni dei tesserati. Calhanoglu è stato l'ultimo in ordine di tempo dopo Simone Inzaghi, Javier Zanetti e Davide Calabria. Tutti finiti nella carte dell'inchiesta che ha decapitato i vertici delle tifoserie organizzate di Inter e Milan con 19 arresti più una serie di attività successive attraverso le quali gli investigatori hanno ricostruito anche alcuni episodi di cronaca nera legata agli affari delle due curve. Ultimo in ordine di tempo l'arresto per il tentato omicidio di un ultrà milanista nel 2019 all'apice della guerra per il controllo della Curva Sud.

Ora per quanto riguarda giocatori e tecnici la palla passa alla giustizia sportiva. La Procura della Figc guidata da Giuseppe Chiné ha già chiesto ai colleghi della procura milanese gli atti utili per l'inchiesta sportiva. Documenti che saranno analizzati nelle prossime settimane e integrati quasi certamente anche dai confronti con gli stessi tesserati. C i sarà poi spazio anche per valutare la posizione delle due società (Inter e Milan) e dei dirigenti a tutti i livelli, con la possibilità che - come nel 2017 in occasione della vicenda che riguardò la Juventus - ai club possa essere contestato l'articolo 4 che copre un ampio spettro di comportamenti ritenuti illeciti prevedendo sanzioni fino alla penalizzazione. Con la Juventus non accadde, ora si vedrà.

Calciatori e allenatori, invece, viaggiano su un binario parallelo. Cosa rischiano? Non potendo provare di non aver avuto rapporti con gli ultras (vietati), Calhanoglu, Inzaghi, Zanetti e Calabria li hanno ammessi. Per loro il deferimento appare, dunque, scontato. Il riferimento è all'articolo 25 comma 10 del Codice di Giustizia sportiva e alle sanzioni che ne discendono.

Le posizioni dei tre tesserati di campo sono simili ma non uguali. Calabria ha ammesso almeno un incontro con i capi della Curva Sud per discutere del momento negativo della squadra. Calhanoglu ha fatto riferimento a un rapporto nato per ringraziare i tifosi che si erano attivati dopo il terremoto in Turchia (nonostante gli avvertimenti contrari del club), Inzaghi spiegato di aver cercato di evitare scioperi del tifo che avrebbero danneggiato la squadra nel finale di stagione del 2023. Tutti hanno negato minacce e pressioni, ma in realtà su nessuno di loro erano emerse nemmeno in fase di inchiesta.

L'articolo 25 comma 10 del Codice di giustizia sportivo recita: "Ai tesserati è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Dette convenzioni, stipulate secondo le condizioni previste dall'art. 8 del D.L. n. 8/2007 convertito in legge con la L. n. 41/2007, devono essere validate dalla Federazione. In ogni caso tali rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria. In caso di violazione delle disposizioni di cui al presente comma, si applicano le sanzioni di cui al comma 9".

Tradotto in proiezione su una pena, si va dalla squalifica per una o più giornate di gara nei casi più gravi e multa da 20.000 euro. Attenzione, perché il tariffario sulla carta è facilmente interpretabile mentre nella sua applicazione meno. Lo stesso codice, infatti, prevede che le sanzioni debbano scattare anche per le cosiddette 'gogne' dei calciatori sotto le curve al termine delle partite. Scene viste più volte a tutti i livelli, sempre condannate a parole ma sanzionate dalla giustizia sportiva una sola volta (LEGGI IL PRECEDENTE SU PANORAMA) in Serie C nel marzo 2023 con protagonisti alcuni tesserati del Piacenza.

Insomma, margine per discutere ce ne sarà anche se la linea tenuta da Calhanoglu, Inzaghi e Calabria (più Zanetti nel caso dell'Inter) davanti agli investigatori della Procura di Milano è stata chiara e ha puntato non a smentire i contatti e rapporti - sarebbe stato impossibile considerata la mole di prove acquisite - ma a circostanziarne il contesto. Abbastanza per evitare problemi in sede penale, probabilmente insufficiente per scampare a una sanzione sportiva.

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