Tecnologia
June 23 2015
Google, Tesla e molte altre stelle del firmamento tecnologico hanno già fatto le loro carte: tutte o quasi prevedono un futuro nel quale le auto si guideranno da sole, le strade saranno più sicure e gli (ex?) automobilisti avranno più tempo da dedicare allo svago durante gli spostamenti. È solo questione di tempo. Quando tutti i test avranno dimostrato che l’intelligenza artificiale è più affidabile di quella umana, almeno davanti a un volante, non ci sarà più motivo di mettersi fisicamente alla guida.
C’è anche chi è andato oltre, preconizzando oltre la fine del ruolo guidatore in carne ed ossa, anche quella delle assicurazioni. Insomma, si domanda la frangia più visionaria del mondo tecnocratico, se le auto che si guidano da sole saranno tanto sicure da azzerare il rischio di incidenti, che bisogno ci sarà di avere la copertura di una polizza?
Lo scenario, per quanto suggestivo, è a dir poco fantascientifico, se non altro perché non esiste tecnologia che si sia mai dimostrata infallibile. Più probabile, semmai, che il settore delle assicurazioni riveda in modo profondo i suoi meccanismi e perfino il proprio modello di business alla luce di tutto ciò che il mondo hi-tech saprà sfornare.
Dalla carta al byte
Qualcosa in questo senso si sta già vedendo, anche in Italia. Lo dimostrano, ad esempio, le novità introdotte con il Decreto Cresci Italia che porteranno nelle prossime settimane all’eliminazione dell’attestato di rischio cartaceo e del contrassegno.
"Con la digitalizzazione del mercato vanno a cadere tutte le remore verso le assicurazioni online", spiega a Panorama.itBruno Scarrà, Business Director di Ben Assicura, che puntualizza: "Il byte prenderà il posto della carta e il vantaggio sarà anche economico poiché aiuterà a combattere le frodi. In Italia ci sono 3-4 milioni di macchine che girano senza assicurazione, il che comporta dei costi, sia per quanto riguarda gli accertamenti sia per la necessità di alimentare il fondo vittime per la strada. Questo capitolo di spesa, che fino a ieri finiva inevitabilmente per ricadere sulle tariffe finali per il consumatore, è destinato a sparire".
Un cambiamento epocale
Brand di Direct Line attivo da settembre 2014, Ben Assicura, è una delle realtà del panorama assicurativo italiano più votata all’uso del Web e delle nuove tecnologie. Non a caso la società si basa un modello di business 100% online e ha scelto una campagna di affissioni basata su QR Code per promuovere la sua offerta.
Sulle motivazioni che spingono sempre più compagnie RC auto a imboccare il sentiero dell'innovazione digitale Scarrà non ha dubbi: "L’RC auto è ormai una commodity, la differenza la faranno sempre di più la relazione e l’innovazione che riesce a migliorare o a semplificare l’esperienza".
Per qualcuno è un passaggio di portata pari a quello che sta portando Uber a rivoluzionare il sistema degli spostamenti a pagamento. "È un cambiamento epocale", conferma il responsabile, "la digitalizzazione sta coinvolgendo tutte le società che lavorano sulla mobilità, non solo Uber; ogni giorno assistiamo a fenomeni di business disruption. Se spostiamo l’orizzonte temporale a 5-10 anni vediamo la macchina che guida da sola, il mondo sta cambiando e anche le assicurazioni dovranno adeguarsi, cambiando innanzitutto cultura, intesa come modo di porsi con il consumatore".
Verso un sistema più meritocratico?
Se la smaterializzazione dei documenti sarà il primo e più immediato cambiamento che gli automobilisti incontreranno sulla loro strada, quello più profondo e radicale arriverà dall’innesto delle nuove tecnologie a bordo auto. Black box, telecamere, nuove tecnologie anti collisione, sistemi connessi per la rilevazione dei dati in tempo reale: l’impressione è che ancora prima di pensare a una polizza per l’auto che si guida da sola, il settore assicurativo dovrà ripensare se stesso sulla base di tutte le piccole e grandi innovazioni che da qui ai prossimi anni cambieranno i criteri di sicurezza e le regole di profilazione degli utenti.
L’obiettivo a lungo termine, pare chiaro, è superare il principio della classe bonus malus, trovando sistemi più appropriati (e meritocratici) per valutare le performance dei guidatori. "Ogni compagnia dovrà strutturarsi non solo sui dati di tariffa ma anche sui modelli di integrazione dei big data", spiega Scarrà. "La digitalizzazione dei processi ci permetterà di avere molti dati in più e in tempo reale. Per le compagnie questo significa attrezzarsi per poter integrare i big data con gli old data".
Alle autorità il compito di stabilire nuove regole (anche per la pricavy)
Qualsiasi rivoluzione, o evoluzione, non potrà in ogni caso prescindere dal contributo che le autorità sapranno fornire per accelerare il cambiamento. "In Italia c’è ancora un’incertezza normativa sul valore della scatola nera a livello probatorio e poi vanno naturalmente considerate le tematiche della privacy", ci tiene a sottolineare il nostro interlocutore, sottolineando il ruolo fondamentale che avranno Google, Amazon, Facebook e tutti gli altri “padroni” dell’informazione digitale del Pianeta. "Sono società che stanno investendo in modo massiccio sull’intelligenza artificiale, sulla capacità di acquisire informazioni sui comportamenti dei consumatori e che godono della loro fiducia. Le compagnie assicurative del futuro dovranno guardarsi anche dalla concorrenza di questi colossi, investendo in innovazione e sperimentazione".
Ovviamente, una fetta del budget dovrà necessarimente finire nella gestione delle relazioni con i clienti, mai come oggi attenti al concetto di "servizio". "Più passa il tempo e più le assicurazioni saranno obbligate a migliorare la customer relationship cercando dei touch point intermedi, creandoli all’occorrenza con iniziative mirate - quali concorsi, merchandising, promozioni legate al nucleo familiare e augli interessi - cercando in poche parole di coinvolgere il proprio cliente a 360 gradi. Anche questa attività ritengo possa esser condotta in modo intelligente e senza sprechi attraverso la digitalizzazione".
Il modello di compagnia che bussa alla porta del cliente solo al momento della stipula, del rinnovo e dell’eventuale sinistro, sembra insomma destinato al viale del tramonto. Nell'era di Internet, degli smartphone e delle auto connesse, l'automobilista sembra voler (e poter) pretendere di più di un tagliando a pagamento da appendere al parabrezza.
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