L'inquinamento arriva anche nello spazio: «Troppi detriti intorno alla Terra»
Dalle pagine della prestigiosa rivista Science, una rete internazionale di scienziati esperti in diversi campi, dalle tecnologie spaziali all’inquinamento della plastica negli oceani, lanciano un appello per un accordo internazionale a un uso responsabile dell’orbita terrestre. Secondo loro, l’”inquinamento” da satelliti e detriti spaziali di vario genere in orbita sulla Terra è ormai giunto a un livello insostenibile.
Gli scienziati prevedono che il numero di satelliti in orbita crescerà dai 9mila di oggi ai 60mila del 2030. Ma 9mila sonosolo quelli catalogati e con dimensione maggiore di 20 centimetri. La stima è che a circolare attorno a noi ci siano già più di 100 trilioni di pezzi di vari satelliti, cioè un numero pari a 100 milioni di milioni di frammenti. Senza poi contare gli altri tipi di detriti orbitali creati dall’uomo, come il materiale espulso dai razzi, i liquidi refrigeranti, le scaglie di vernici e le polveri.
Di questo trilione di frammenti sono svariate decine di migliaia gli oggetti dai 10 cm fino a 1 cm e poi ci sono parecchi miliardi di oggetti minuscoli, tra i 0,1 millimetri e un centimetro. Anche se questi detriti hanno dimensioni ridotte, un’eventualecollisione avrebbe luogo a velocità realtive talmente elevate, dell’ordine di 10 km/s in orbita bassa, che una particella di 1 grammo si comporterebbe come un'automobile a 150 Km/h.
Lo scenario più pessimista che gli scienziati vogliono evitare è l’istaurarsi della cosiddetta sindrome di Kessler, dal nome di un astrofisico statunitense noto per le sue ricerche sulla spazzatura spaziale. Con l’aumento della densità di detriti, cresce la probabilità di collisioni con effetto a cascata, cioè aumentaesponenzialmente il numero di frammenti. In questo scenario, sicreerebbe una sorte di nube di detriti intorno alla Terra che renderebbe impossibile l’esplorazione spaziale ma anche l’utilizzo di satelliti artificiali.
L’appello su Science è arrivato, non a caso, poco dopo che 200 nazioni del mondo hanno firmato un trattato storico a protezione dell’alto mare, cioè due terzi degli oceani, così da preservare un ecosistema vitale per l’umanità. Bisogna riconoscere che un gran numero di industrie e governi stanno cominciando a concentrarsi sulla sostenibilità dei satelliti, ma gli scienziati dicono che è necessario un accordo che comprenda ogni nazione che fa uso dell’orbita della Terra e che dovrebbe includere misure che attribuiscono una responsabilità sia al produttore sia all’utente di satelliti, a partire dal momento del lancio.
Non c’è dubbio che l’appello degli scienziati debba essere preso sul serio senza perdere tempo. Se si fa un parallelo con l’inquinamento dei mari da plastica, si deve prima di tutto notare che l’inquinamento di oggi nel mare si sarebbe potuto ridurre notevolmente. Secondo l’International Marine Litter Research Unit dell’ Università di Plymouth, se avessimo siglato un trattatosull’inquinamento della plastica dieci anni fa avremmo ora la metà della plastica in mare. Ecco perché su Science gli scienziati fanno continuamente riferimento all’inquinamento del mare. Dobbiamo assolutamente imparare dagli errori fatti su questo pianeta nella prevenzione dell’inquinamento.
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