Calcio
November 06 2024
Se serviva uno stress test prima dell’incrocio scudetto contro il Napoli, Simone Inzaghi può dire di averlo ottenuto nella notte europea con l’Arsenal. Certo, pensare che Antonio Conte e i suoi si sono goduti sul divano i quasi cento minuti di match tra pesi massimi, riposati e con già in testa il rendez-vouz di domenica sera, non è il massimo della prospettiva per il tecnico nerazzurro che dal terzo successo di Champions League ha ricevuto, però, alcune risposte confortanti.
La prima è che le cosiddette seconde linee hanno risposto presente all’appello. Inzaghi aveva detto una bugia bianca alla vigilia, negando l’intenzione di fare ricorso a un robusto turn over per preservare un po’ di forze in vista del Napoli. Per un’ora abbondante, invece, Thuram-Barella-Mkhitaryan-Dimarco sono rimasti in panchina, chiamati a dare una mano solo quando i loro sostituti hanno cominciato a soffrire troppo l’intensità dell’Arsenal, ferito a morte dal rigore di Calhanoglu in chiusura di primo tempo. Applicati e ugualmente intensi, Bisseck e gli altri hanno fatto quello che dovevano consegnando ai titolari la parte finale dello scontro, quella in cui il prato di San Siro si è trasformato in una grande ring.
Qui la seconda notizia positiva per Inzaghi. L’Arsenal avrebbe certamente meritato il pareggio, mancato un po’ per sfortuna e molto per frenesia e imprecisione, però l’Inter si è calata nella contesa con la ferocia dei tempi belli e alla fine ha avuto in premio un successo che la colloca ampiamente tra le prime otto della Champions League e in ogni caso già a quota sufficiente per garantirsi almeno i playoff. Passare direttamente agli ottavi è un obiettivo raggiungibile, anche se il calendario non aiuta nella seconda parte di questa prima fase a classifica unificata.
Il resto appartiene, invece, alla proiezione di un desiderio. Inzaghi ha scelto il turn over robusto perché scottato da quanto accaduto dopo la trasferta a Manchester, con un derby giocato sotto ritmo e perso contro il Milan. Un tarlo che gli gira per la testa, insieme al calendario dispettoso che gli ha consegnato tre big match (Milan, Juventus e ora il Napoli) subito dopo tre impegni europei. Per aggirare il problema si è affidato agli altri, quelli che compongono la “rosa allargata e profonda” di cui si è molto discusso in estate, forse sovrastimandola. La controprova l’avrà solo domenica sera nell’incrocio con Lukaku e Antonio Conte, ex che si presentano a San Siro con qualche motivazione extra rispetto alla semplice contabilità di una sfida che mette contro prima e seconda.
Sul tavolo Inzaghi potrà mettere anche il clean sheet numero sei di una stagione iniziata con troppi buchi in difesa. Il terzo consecutivo dopo Empoli e Venezia e il quinto su sei in questa parentesi di stagione iniziata dopo la sosta di ottobre. Chiudere a zero anche con il Napoli significherebbe aver eretto un nuovo muro, la migliore condizione possibile per progettare lo scudetto bis.