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December 01 2019
L'Inter torna capolista alla 14° giornata, segna un record storico (nessun tecnico mai sulla panchina nerazzurra era partito con 12 vittorie in 14 partite), stacca la Juventus di un punto e dà ulteriore forza al sogno-progetto di provare a dare fastidio ai bianconeri sulla strada dello scudetto.
Un primato ritrovato 7 giornate e poco meno di due mesi dopo la sconfitta nello scontro diretto di San Siro, grazie al passo falso della squadra di Sarri in casa contro il Sassuolo. Nessuna sorpresa, però, perché più volte nelle ultime settimane la Juventus aveva scherzato col fuoco; essere riuscita spesso a prendersi i tre punti è una virtù, continuare a camminare sul filo invece un difetto che prima o poi si paga.
Antonio Conte, che esultanza ai gol dell'Inter a San Siro I VIDEO
Il primato dell'Inter non è un caso e non potrebbe esserlo quando metti insieme in classifica 37 punti sui 42 a disposizione. E' il frutto di tanti fattori che stanno rendendo unica la stagione nerazzurra e che promettono di regalare una second parte di campionato emozionante, a maggior ragione se dal mercato di gennaio arriverà qualche rinforzo a irrobustire la rosa di Conte.
ANTONIO CONTE - Ecco, il tecnico salentino è il primo fattore da tenere in considerazione. Inutile girarci intorno: sta facendo qualcosa di enorme, avendo ereditato una squadra qualificata in extremis alla Champions League e impoverita tecnicamente dalla partenza di Icardi, Nainggolan e Perisic. E' vero che sono arrivati Lukaku, Sensi, Barella, Godin e gli altri, ma il valore aggiunto è lui. Nelle scelte e nelle motivazioni che riesce a dare ai suoi giocatori. Fin qui Conte sta vincendo il confronto tra panchine con Sarri.
LA FAME DI VITTORIA - Veder volare giocatori che parevano persi (Candreva) è un merito dell'allenatore. Veder correre tutti con la stessa convinzione è anche il risultato della grande fame di riscatto e di vittoria che il gruppo sta gettando sul campo. L'Inter ha un'ottima squadra ma non è dimensionata per stare davanti a tutti alla media di 2,64 punti a partita, con una proiezione finale che porta oltre quota 100. C'è una differenza evidente le motivazioni che spingono l'Inter in campionato e quelle che animano la Juventus. Il saldo è ampiamente positivo per i nerazzurri.
SCELTE CHIARE - Il paradosso è che Conte è riuscito fin qui a rendere un punto di forza quella che è la vera debolezza dell'Inter nel confronto con i rivali, ovvero la ristrettezza di una rosa nettamente meno profonda sia come qualità che per qualità. L'ex Chelsea ha battezzato 13-14 titolari, ha rotazioni sistematiche, non prescinde quasi mai da Lukaku e Lautaro e raramente utilizza giocatori fuori ruolo. Sarri sta ancora sperimentando ed è alle prese con le aspettative (alte) che hanno accompagnato il suo sbarco a Torino. La stessa gestione Ronaldo indebolisce temporaneamente la squadra.
LA LULA MEGLIO DI CR7 - Perché un dato è evidente, arrivati a inizio dicembre: Lukaku e Lautaro sono più decisivi di Ronaldo, Higuain e Dybala. Lo dicono i numeri (24 gol in due Champions compresa) e la crescita impetuosa che sta caratterizzando la loro stagione. Migliorano ad ogni uscita, affinano la collaborazione e mostrano di avere ulteriori margini. Il discorso di Sarri sulla diversità di Ronaldo, invece, fotografa un paradosso: oggi la Juve è prigioniera del suo fuoriclasse perché il campo dice che Higuain e Dybala stanno meglio e meriterebbero di giocare con maggiore continuità. Ma dopo la doppia sostituzione contro Lokomotiv e Milan è difficile immaginare altre bocciature del portoghese.
IL CALENDARIO - Ultimo fattore, per vulgata popolare, è il calendario che avrebbe proposto all'Inter avversari più semplici di quelli incontrati dalla Juventus. Lo dimostrerebbe anche cosa accadrà prima della fine del girone d'andata alla squadra di Conte: Roma a San Siro, trasferta a Firenze, Genoa in casa, viaggio a Napoli e chiusura con la bestia nera Atalanta. In realtà anche la Juventus ha due viaggi all'Olimpico contro Lazio e Roma, ma il tema centrale è la testa con cui affrontare gli impegni perché i bianconeri hanno sempre vinto contro le grandi e hanno perso punti con Lecce, Sassuolo e Fiorentina. E qui si torna agli altri fattori del primato nerazzurro. Ancora presto per sentenze definitive, ma un segnale chiarissimo al campionato.