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March 02 2019
La sconfitta di Cagliari mette l'Inter spalle al muro e cancella l'illusione, più raccontata che reale, di un compattamento del gruppo dopo la scelta di togliere la fascia a Icardi. I risultati del campo dicono qualcosa di differente: 4 punti nelle prime 3 giornate e un andamento altalenante come prima.
Non esiste alcuna certezza, ovviamente, che con Icardi in campo le cose sarebbero andate meglio. Non con l'ultimo Icardi, arrivato in piena crisi del gol al momento della svolta. Però l'illusione di poterne fare a meno e di poter gestire la bomba atomica del suo siluramento senza pagare dazio in classifica è stata pericolosa.
Ragionare su torti e ragioni, muro contro muro, comincia a diventare un lusso che l'Inter non si può permettere. Ha sbagliato a lungo Icardi? Certo. E' stata gestita con leggerezza la sua degradazione, nei modi e nella forma se si vuole considerare corretta la scelta presa? Si può dire di sì.
Marotta e tutti i responsabili in società spiegano di aver agito perché non si poteva fare diversamente e di averlo fatto per il bene dell'Inter. L'impressione, dal primo giorno, è che abbiano usato il classico bazooka per uccidere il ragno sul muro. Risultato garantito col rischio di danni collaterali difficilmente prevedibili.
Quei danni sono, nella peggiore delle ipotesi, una stagione fuori dal jackpot della Champions League e un mercato complicato per cedere Icardi, un asset vicino ai cento milioni di euro per la società. Ne valeva la pena? A giugno la sentenza. Oggi il verdetto che rimbalza da Cagliari è che serve una normalizzazione immediata in cui tutti facciano un passo indietro.
Icardi ha l'interesse suo, oltre che di squadra, di tornare a fare il calciatore. Chi guida l'Inter non può non comprendere che per facilitare questo serve una concreta azione di mediazione e che non basta dire che "non c'è nulla da ricucire perché nulla si è rotto" (Marotta pre-Cagliari) quando la realtà è diversa.
Anche a costo di dire con chiarezza quali sono i piani, le strategie e i pensieri poco confessabili. Icardi via a prescindere, nessun rinnovo o pretese troppo alte per essere soddisfatte. Ognuno si prenda la sua responsabilità per mettere fine a un suicidio sportivo che ha pochi precedenti.