Calcio
April 26 2023
La buona notizia è che non si sono viste risse da saloon, provocazioni, rincorse isteriche e tutto il corollario che ha nobilitato l'andata a Torino, facendo anche il giro del mondo e non per regalare una buona immagina al calcio italiano. Punto. La semifinale di ritorno della Coppa Italia che spedisce l'Inter a giocarsi il trofeo all'Olimpico di Roma quasi certamente contro la Fiorentina è stata una partita piatta. Normale. Anche troppo per chi si aspettava che le due squadre scaricassero in campo le tensioni accumulate nel match dello Stadium e l'ambizione di non chiudere in anticipo il cammino in uno dei due tornei che ancora possono regalare soddisfazioni.
Ha vinto l'Inter con pieno merito: è partita forte, ha segnato quasi subito con Dimarco e poi ha controllato dando quasi l'impressione di non dover nemmeno utilizzare a fondo energie che devono essere dosate visto il calendario da cui vengono i nerazzurri e quello che attende e che vivrà il suo clou nella sei giorni dell'Euroderby con il Milan. La Juventus? Non pervenuta lungo quasi tutti i 90 minuti. Non in un primo tempo giocato senza punte da Allegri con un piano partita saltato per aria in fretta e nemmeno nella ripresa, quando il risultato obbligava a fare qualcosa di più.
E' stata la vittoria di Inzaghi e la sconfitta di Allegri. Simone va avanti con la sua stagione fatta di grandi vittorie nelle gare one-shot, Max dovrà spiegare perché la Juventus presentata a San Siro è parsa scarica di testa, fisicamente imballata e senza nemmeno motivazioni. Inspiegabile, considerato che la Coppa Italia era l'unica chance di vincere qualcosa in Italia, prendendosi una rivincita anche sulle questioni giudiziarie. Encefalogramma piatto. Resta l'Europa League, ma se l'approccio sarà lo stesso contro il Siviglia difficilmente i bianconeri faranno strada.
Il successo dice, invece, che l'Inter sta bene. E' condannata a vincere sempre, anche in campionato, e quindi il suo mese di aprile e inizio maggio assomiglia a una camminata sul cornicione. Col passare dei giorni il pensiero del derby di Champions League diventerà totalizzante, ma qualcosa si è già visto nei brividi che hanno attraversato San Siro quando Barella e Calhanoglu hanno segnalato qualche allarme a livello muscolare. In ogni caso va in finale e Inzaghi aggiunge un argomento alla crociata di chi pensa che su di lui le critiche (anche quelle provenienti da fuoco amico) siano state eccessive.