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August 08 2016
Tra Inter e Mancini la storia è finita. La firma sulla risoluzione del contratto che legava ancora il tecnico di Jesi ai nerazzurri fino al giugno 2017 è arrivata nella notte di una domenica in cui gli eventi sono precipitati in fretta, ma il rapporto era logoro da tempo e l'epilogo è tutt'altro che a sorpresa. La storia Mancini sulla panchina dell'Inter, dopo un'estate di tensioni e discussioni, non ha retto agli ultimi scossoni e all'1-6 umiliante contro il Tottenham. L'accelerazione è stata improvvisa e l'addio inevitabile.
Mancini non condivideva da mesi le scelte della società e i suoi referenti primi, Thohir e Bolingbroke, non apprezzano il modo in cui ha accompagnato l'inizio della stagione. Al suo posto arriva l'olandese Frank de Boer, ex tecnico dell'Ajax che è sempre piaciuto a Thohir e che è libero avendo chiuso il suo rapporto con i lancieri al termine di un'annata deludente, conclusa con la beffa del titolo di Eredivisie perso nell'ultima giornata quando sembrava vinto. Ha firmato un triennale da 2 milioni a stagione (con bonus e stipendio a salire) ed è pronto a sbarcare alla Pinetina.
Mancini, dalla proposta di rinnovo alla rottura
La rottura con Mancini si è consumata proprio nel momento in cui la proprietà cinese pareva essersi convinta ad offrire all'allenatore l'agognato rinnovo di contratto. Una proposta fino al 2019 con una serie di clausole legate ai risultati che, secondo le indiscrezioni, non sarebbe piaciuta a Mancini. Anche perché, oltre ad avere riferimenti diretti alla qualificazione in Champions League, metteva nero su bianco la mancata centralità nelle scelte di mercato. Inaccettabile per Mancini, che ha chiesto di ridiscuterne.
Da qui la resa dei conti che ha superato anche la volontà di Suning di non prendere in considerazione un esonero che potrebbe costare 10 milioni di euro lordi, tutti i soldi dovuti fino al 30 giugno 2017 quando scade il contratto. La formula scelta è stata quella della risoluzione consensuale tra le parti. Addio per ricominciare con qualcosa di differente. L'accelerazione è arrivata anche a causa della pessima impressione lasciata dall'Inter a Oslo contro il Tottenham: squadra crollata nella ripresa con i titolari in campo, confusa e troppo esposta agli errori dei singoli. Un disastro che ha allarmato i cinesi e che Thohir ha vissuto da Rio de Janeiro, informato dai suoi collaboratori in tempo reale.
Il futuro si chiama De Boer
Nelle ultime ore si erano succedute voci di un incontro tra Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, e Frank De Boer. L'allenatore olandese è, come detto, libero e secondo Thohir rappresenta il profilo giusto di mister capace di lavorare con i giovani e di valorizzarli. Una filosofia che sia Thohir che Suning vorrebbero perseguire e sulla quale Mancini si è scontrato in tema di campagna acquisti.
Tutto confermato. Ausilio era volato in segreto per incontrare De Boer e preallertarlo. La volontà di Thohir e Bolingbroke, al di là delle parole dell'indonesiano, era chiara. Quando Mancini ha saputo del viaggio del ds ha capito di non avere più alcuna spalla all'interno dell'Inter e si è arreso. Amareggiato per come sono finite le cose, visto che non era sua intenzione arrivare alla rottura e fatica a comprendere perché sia stato scelto come capo espiatorio nel momento in cui il club può tornare grande grazie ai cinesi.
Di sicuro ha avuto un nemico in Kia Joorabchian, potente procuratore che agisce da consulente del gruppo Suning. E' stato Kia a spingere per l'arrivo di De Boer, trovando una sponda in Thohir. Il sospetto è che abbiano pesato anche i pessimi rapporti tra allenatore e manager, risalenti già ai tempi della guerra attorno a Tevez al Manchester City. Ora il capitolo-Inter, con i nerazzurri che ripartono da zero a due settimane dall'esordio in campionato.