Calcio
September 15 2023
Quando il signor Sozza da Seregno, ma milanese di nascita, manderà le squadre negli spogliatoi ci saranno a disposizione altri 102 punti. Abbastanza per dire, senza tema di smentite, che il derby che riapre il campionato a San Siro dopo la sosta per la prima Italia di Spalletti non può in nessun modo essere decisivo, anche se le due milanesi si sono candidate ad essere rivali nella corsa scudetto. Troppo presto, quasi prematuro, perché il risultato incida sulla classifica. Troppo importante, però, visto il contesto storico in cui si inserisce che è particolare e non può essere derubricato a semplice elemento statistico.
Non è mai accaduto che Inter o Milan abbiano vinto cinque confronti diretti di fila e anche il parziale aperto di 4-0 a favore dei nerazzurri (senza reti segnate dai rossoneri) di questo 2023 ha pochi riscontri nel passato. Senza troppi giri di parole, il modo in cui Inzaghi ha fatto suoi i derby della scorsa stagione ha scavato un solco tra le due squadre, superiore anche a una classifica che dice come i due tecnici siano esattamente a pari punti da quando - estate 2021 - Simone Inzaghi si è seduto sulla panchina interista: 165 punti per entrambi, spalmati lungo 79 giornate.
L'ultima estate ha portato cambiamenti enormi a Milanello, corroborati da un mercato senza eguali in Serie A dove il Milan è stata la società che ha maggiormente investito andando anche oltre agli 80 milioni incassati dalla cessione di Tonali in Premier League. Può essere, dunque, che gli uomini cui Pioli si affiderà non abbiano alcuna traccia nella memoria della superiorità interista dei mesi scorsi. Di sicuro il tecnico ha bisogno di invertire la tendenza per non proiettare ombre fastidiose sull'annata che è agli inizi. Le prime tre giornate hanno detto che ha in mano un gruppo potenziato mentre l'assenza di Kalulu-Tomori in difesa e qualche patema per Giroud in attacco hanno fatto suonare il campanello d'allarme sulla completezza della rosa.
Anche Inzaghi ha dovuto sopportare una mezza rivoluzione. Gli addii di Onana, Handanovic, Skriniar, Brozovic, Lukaku e Handanovicm hanno svuotato l'Inter di 145 presenze nel solo campionato. La presunzione è che Marotta e Ausilio abbiano sostituito al meglio i partenti, manca però la conferma sul lungo periodo. Di sicuro sia Pioli che Inzaghi portano sulle spalle il peso di dover correre per lo scudetto, come se il Napoli campione in carica non esistesse.
E allora, ecco la domanda: chi rischia di più nei 90 minuti (non decisivi) di San Siro? Dal punto di vista ambientale Inzaghi, ma non va sottovalutato che la stagione scorsa di Pioli non è stata un successo. Anzi. Senza il pasticcio Juventus sarebbe stato un allenatore campione d'Italia non capace di portare i suoi almeno in Champions League. Il suo lavoro è apprezzato in società, ma poi contano i risultati e in quello Inzaghi è in netto vantaggio. Ecco perché questo Inter-Milan ha un peso specifico superiore rispetto ai punti che mette in palio. Questione di feeling: da domenica mattina per uno dei due allenatori l'estate potrebbe davvero essere finita.