Derby a sorpresa: vince il Milan. Inter senza forze e idee

La vecchia legge del derby non tradisce mai. Il Milan, che doveva essere tritato a compimento della settimana orribile e con vista sul cambio di allenatore, esce con una vittoria che cambia il suo destino dalla sfida con l'Inter, le cui energie e idee migliori sono rimaste a Manchester. Vittoria meritata quella dei rossoneri, firmata da un colpo di testa di Gabbia al tramonto di una partita sorprendente nel suo svolgimento. Per l'Inter una cocente delusione e un campanello d'allarme che suona forte: niente primato delle sette vittorie di fila, da record solo l'incasso della notte di San Siro: 7.626.430 euro.

Bisogna dare atto a Fonseca di essersi giocato nel migliore dei modi l'ultima carta del suo mazzo. Alla vigilia aveva sorpreso l'idea che gettasse il Milan avanti in un 4-2-4 apparentemente scriteriato ma che nella realtà si è disegnato in campo n modo molto più logico, fluttuando al tempo dei movimenti di Morata (regista offensivo) ed esaltando gli inserimenti di Pulisic, firma del vantaggio meritato in avvio. Una mossa che ha colto impreparata la retroguardia dell'Inter. A differenza di quanto accaduto con il Liverpool, però, anche dopo aver incassato il pareggio di Dimarco i rossoneri non si sono disuniti. Anzi.

Segno che la connessione tra squadra e tecnico non si è mai del tutto interrotta e che esiste un modo di fare calcio con i giocatori consegnati dal mercato, pur con i limiti di una rosa in cui c'è qualche lacuna. Il Milan è stato applicato, attento, mai impaurito e più solido mentalmente dell'Inter che è sorprendente considerato il carico della pressione sopportato nella settimana di avvicinamento alla sfida di San Siro. Tutto svanito come per effetto di una livella come spesso sono i derby, dove chi arriva spalle al muro trova energie extra e scarica la tensione sul favorito.

E l'Inter? Siccome è impossibile pensare che il derby sia stato approcciato con supponenza, bisogna concludere che la trasferta a Manchester abbia succhiato forze e motivazione ai nerazzurri. Qualche lampo e nulla più. Le statistiche non devono trarre in inganno perché la partita l'ha fatta quasi sempre il Milan con la squadra di Inzaghi a inseguire. Non è un caso che a un certo punto il tecnico abbia ordinato il cambio dell'intero centrocampo affidandosi a Frattesi-Asllani-Zielinski in cerca della scossa.

La sconfitta, soprattutto per modi e tempi con cui è maturata, rappresenta uno choc in un ambiente che si era abituato all'idea della superiorità sui cugini. Nulla di irreparabile a fine settembre, però un segnale da non sottovalutare perché senza la fame della scorsa stagione e delle notti europee tutto si complica anche per i campioni d'Italia. Otto punti in 5 giornate (gli stessi del Milan in crisi profonda fino a ieri) sono un bottino troppo scarso per chi doveva dominare il campionato. Non sarà così, a meno di un cambio di passo e mentalità.

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