Calcio
February 20 2022
Cosa succede in testa alla Serie A? Nella giornata in cui, esauriti gli scontri diretti di gennaio, doveva cominciare la lunga volata verso scudetto e Champions League ecco arrivare le forature in serie. Si sono fermati tutti. L'Inter ha fatto il botto più spettacolare, candendo in casa contro il Sassuolo. Il Milan ha pareggiato in casa dell'ultima (Salernitana), la Juventus non è andata oltre il segno 'X' con il Torino nel derby tradizionalmente dominato e l'Atalanta è caduta a Firenze.
Fatica, infortuni e avversari che affrontano le grandi senza farsi grossi problemi oppure, nel caso stiano lottando per la salvezza, con la disperazione di chi sa di giocarsi le ultime chance di restare agganciato al treno giusto. C'è un po' di tutto nella gigantesca mano di ciapanò andata in scena e che sta rimescolando le carte in vetta. Vengono meno le certezze e si riscrivono le gerarchie: l'Inter è ancora la favorita per il titolo? Napoli e Milan hanno la possibilità di inserirsi? E quale sarà la quota per il quarto posto che serve ad andare in Champions, in una corsa in cui si è iscritta anche la Fiorentina?
Il punto di partenza sono le crisi conclamate. L'Inter, ad esempio, sta pagando un mese di gennaio durissimo e ha rallentato vistosamente: 5 punti nelle ultime 5 giornate, meglio solo dell'Atalanta che gioca quasi senza attacco e che continua a buttare via occasioni per staccare la concorrenza (3 punti su 15). Inzaghi è alle prese con lo sfinimento di alcuni titolari e la mancanza di alternative a uomini centrali nel suo progetto a partire da Brozovic che è semplicemente insostituibile. E poi c'è Lautaro Martinez e il digiuno da gol, ormai una vera emergenza perché quando i campionati entrano nel vivo serve qualcuno che la butti dentro e al momento l'Inter non ce l'ha.
La crisetta dei nerazzurri non era preventivabile e potrebbe anche essere solo passeggera, anche se la dote di punti e vantaggio costruita nel cuore dell'inverno è stata dilapidata e da qui in poi il margine d'errore è quasi zero. Vale anche per il Milan, troppo legato agli sbalzi di Leao, Giroud, Kessié e alla tenuta fisica di una squadra che perde troppo spesso pedine preziose. C'è un dato che sorprende: nella partite contro avversari della seconda metà della classifica Pioli ha perso 10 punti su 42 potenziali, il doppio dell'Inter e più del Napoli (8). Alla fine lo scudetto si potrebbe giocare proprio su questi particolari, soprattutto adesso che il calendario propone una dozzina di giornate con pochissimi scontri di vertice.
Vale anche per la corsa Champions League. Allegri sorrideva a mezza bocca dopo il pari con il Torino, ma alla fine ha avuto ragione lui: ha guadagnato un punto sull'Atalanta. La domanda è: può bastare così, con il piccolo cabotaggio, malgrado un mercato invernale da 90 milioni di euro e l'inserimento di Vlahovic in una rosa già di primo livello. Il sospetto è che serva di più e che prima o poi qualcuno sarà in grado di rompere lo stallo e prendere velocità. Chi lo farà per primo arriverà al traguardo, gli altri potranno solo riflettere sulla montagna di occasioni perdute.