Io ero, sono, sarò: storie di donne che non si arrendono alla malattia

Silvia Amodio
Lucia, 60 anni, ammalata a 57
Silvia Amodio
Federica, 35 anni, ammalata a 32
Silvia Amodio
Irene V, 34 anni, ammalata a 34
Silvia Amodio
Alessandra B, 31 anni, ammalata a 29
Silvia Amodio
Iole P, 44 anni, ammalata a 40
Silvia Amodio
Greta G, 47 anni, ammalata a 41
Silvia Amodio
Daniela T, 35 anni, ammalata a 32
Silvia Amodio
Beatrice, 29 anni, ammalata a 29 con il figlio Leonardo

Fra le mostre più interessanti di Photofestival e Milano PhotoWeek 2018, l'esposizione in programma al Castello Sforzesco porta la firma della giornalista e fotografa Silvia Amodio, da sempre sensibile alle problematiche sociali, femminili in particolare

La mostra "Io ero, sono, sarò" è da intendersi come un racconto, corale e delicato, di 50 donne che combattono con forza e fierezza uno dei mali più frequeni e drammatici dell'universo femminile: il tumore al seno

Quando

La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile dal 19 maggio al 19 giugno 2018 nei seguenti giorni e orari

Tutti i giorni dalle 7.30 alle 19.30

Dove

Ad ospitare l'esposizione, la Sala Panoramica del Castello Sforzesco di Milano

Perchè è interessante

Si chiamano Allegra, Elena, Lucia, Alessandra, Irene, Iole, Greta (ma l'elenco sarebbe lunghissimo). Donne normali, con vite normali. Giovani e meno giovani. Nelle specificità di ciascuna, tanti i tratti in comune, anche la malattia: il tumore al seno, per essere precisi.

Le storie sono quelle di persone che scoprono improvvisamente, dall'oggi al domani, di avere il cancro: a pochissimi giorni dal matrimonio, perché il figlio smette improvvisamente di attaccarsi a uno dei due seni, oppure, semplicemente, per un semplice controllo di routine

"Io ero, sono, sarò" racconta queste donne prima, durante e dopo la malattia, ma è una mostra che parla di speranza, perchè chi ha deciso di prestare il proprio volto all'obiettivo sensibile e partecipe della fotografa Silvia Amodio lo ha fatto per celebrare la vita.

Sono ritratti delicati quelli in mostra: volti sorridenti e corpi armonici avvolti da veli impalpabili e trasparenti, che coprono (e scoprono) le ferite del corpo e dell'anima: "Ho pensato di utilizzare un velo come filo conduttore, un vezzo tipicamente femminile visto che la parte colpita, il seno, è simbolo di femminilità. Questo tessuto mi ha consentito di “giocare” sul set con le mie modelle e (s)velare non solo le parti del corpo colpite dal male, ma anche le cicatrici profonde e non sempre visibili. Ogni volta dovevo inventare un modello diverso in accordo con i desideri della signora ritratta in quel momento, ciascuna con il proprio percorso e con un diverso rapporto con un corpo ferito" ha dichiarato l'autrice della mostra

La mostra, a cura di Silvia Amodio e Luca Perreca, è un progetto di Coop Lombardia ed è e accompagnata da un catalogo (con prefazione di Giovanni Gastel) che contiene tutti gli scatti realizzati, corredati dalle rispettive storie e da una serie di interventi scientifici e istituzionali.

Silvia Amodio, chi è e cosa fa

Nata a Milano nel 1968, Silvia Amodio si laurea in filosofia con una tesi sperimentale svolta alle Hawaii sulle competenze linguistiche dei delfini.

Giornalista, fotografa e documentarista, ha operato scelte espressive che coniugano etica ed estetica per affrontare temi complessi come la diffusione dell’Aids in Sudafrica, la pedofilia clericale, i bambini lavoratori in Perù, l’albinismo e la malnutrizione in Burkina Faso.

E’ spesso ospite di convegni e trasmissioni televisive e radiofoniche. Da cinque anni promuove HumanDog, un progetto itinerante che indaga la relazione tra cane e padrone anche da un punto di vista zooantropologico.

Nel mondo della fotografia d’autore si è affermata con numerose mostre in gallerie e spazi istituzionali in Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Olanda.

Nel 2008 un’opera tratta dal progetto “Volti Positivi” è stata selezionata, unica italiana, al Taylor Wessing Photographic Prize indetto dalla National Portrait Gallery di Londra.

Ha pubblicato i volumi “Volti positivi” (2007), “Tutti i colori del bianco” (2012) “Nessun uomo è un’isola” (2012), “L’Aquila riflessa” (2012), “Deo Gratias” (2014), “HumanDog” (MoreMondadori 2014), “AdottaMI” (2015), “HumanDog Alimenta l’Amore” (2016,), “HumanDog Alimenta l’Amore” (2017) oltre a numerosi calendari.

Ha realizzato i documentari “Volti Positivi” (2007), “I bambini del Manthoc”(2012), “Deo Gratias” (2014) e vari cortometraggi.

E’ inserita nel libro e nell’omonimo video “Parlando con voi, incontri con fotografe italiane” a cura di Associazione fotografi italiani professionisti e ne “I 100 e 1 volti della fotografia italiana” di Hermes Mereghetti.

La Fondazione 3M ha acquisito la mostra l’Arte del Ritratto per la sua collezione, mentre il Mandela Forum di Firenze ospita permanentemente la mostra “Volti Positivi”.



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