Il pm anti-governo alla manifestazione pro-migranti? Salvini posta video e domanda. Serve una risposta

«Assassini, Assassini». Fa davvero impressione guardare il video della manifestazione avvenuta a Catania a favore dei migranti e contro l’allora Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Fa impressione vedere dei ragazzi insultare dei poliziotti, uomini dello Stato, va sempre ricordato. Ragazzi esagitati, invasati, davanti ai quali c’è una donna che è lì con loro. Non dice nulla, non urla ma nemmeno difende gli agenti in tenuta anti sommossa. Secondo il leader della lega che ha postato sui social quello che è rapidamente diventato «il video del giorno» quella donna sarebbe Iolanda Apostolico, la giudice del Tribunale di Catania che ha rimesso in liberà pochi giorni fa 4 tunisini (due dei quali pregiudicati) dichiarando «illegittimo» l’ultimo decreto migranti approvato dal Consiglio dei Ministri.

Salvini ha invitato il giudice a dirci se fosse effettivamente lei quella donna; al momento nessuna risposta, solo il silenzio. A guardare cosa condivideva, approvava e sosteneva sui suoi social (prontamente chiusi quando è scoppiata la polemica per la sua decisione ma che qualcuno è riuscito a sbirciare) verrebbe da confermare la tesi del leader leghista ma la conferma ufficiale solo la dottoressa Apostolico la può dare.

Non si può però evitare di considerare per buona la teoria e soprattutto analizzare la questione, di fondo: può un giudice partecipare ad una manifestazione di piazza su un tema ben preciso e poi occuparsi proprio di quel tema?

Nel mondo dello sport, a qualsiasi livello, qualsiasi sport, qualsiasi latitudine, l’arbitro, il giudice dev’essere per prima cosa imparziale. Senza quello non potrebbe nemmeno definirsi tale. Ovvio che, essendo persone umane, abbiano delle idee personali, ci mancherebbe. Siamo certi che molti arbitri di Serie A di calcio abbiano anche loro una squadra del cuore. E nessuno può e deve impedirlo: tutti devono avere il diritto di opinione, di idee, del tifo. Quello che l’arbitro non può fare però è scendere in piazza con gli ultras di una squadra, in prima fila, ad urlare slogan contro la formazione rivale o la tifoseria avversaria. Verrebbe radiato immediatamente o quantomeno gli verrebbe impedito di occuparsi di partite della sua squadra del cuore o della rivale. Non sono regole complicate o pesanti, è semplice buon senso. A salvaguardia per primo dello sport e della credibilità degli arbitri.

Ecco, se quella donna fosse proprio Iolanda Apostolico bene, dovrebbe essere sospesa ed in futuro tenuta lontana da emettere giudizi su questioni politiche o legate ai migranti. Questo per tutelare lei, le persone delle quali andrebbe ad occuparsi e la credibilità della giustizia, uno dei tre poteri su cui si sostiene il nostro paese.

Non si può poi nemmeno tacere sulla reazione della Anm, Associazione Nazionale Magistrati: «No allo screening della vita privata» hanno detto le toghe. Saremmo anche d’accordo sul concetto in se, non fosse che proprio le toghe sono state nel passato più volte i primi a mettere il naso nella vita privata di decine e decine di persone, con dettagli irrilevanti dal punto di vista processuale ma sicuramente utili per rovinare reputazioni e vite. Potremmo fare mille esempi, ne scegliamo uno per rimanere in tema «salviniano».

L’assistente e guru dei social, Luca Morisi, finì al centro di un’inchiesta legata alla droga. Quando la notizia uscì ci vennero forniti i dettagli della vita privata del giovane che nulla avevano a che fare con l’ipotetico spaccio: gusti sessuali e persino le posizioni preferite. La madre di tutti gli «screening» della vita privata.

Ben venga quindi una giustizia più umana e corretta, ma per farlo devono essere proprio certi giudici a cominciare.

TUTTE LE NEWS DI POLITICA

YOU MAY ALSO LIKE