Apple conferma: arriva l'iPhone con porta Usb-C. Il caricatore universale è realtà

Apple si piega alle regole europee ed è pronta a lanciare il primo iPhone con porta Usb-C al posto del connettore Lightning, introdotto nel 2012. La conferma arriva da Greg Joswiak, capo del marketing dell'azienda di Cupertino, che in una intervista al Wall Street Journal ha spiegato che Apple sarà costretta ad "adeguarsi alle regole imposte dall'Unione Europea". La conseguenza è che iPhone 15 sarà probabilmente il primo a sfoggiare una porta Usb-C, anche se l'approvazione definitiva del Parlamento europeo arrivata lo scorso 4 ottobre (dopo 13 anni di tentativi) ha fissato come data di scadenza per il caricabatterie universale per i dispositivi elettronici l'autunno del 2024.

Entro quella data smartphone, tablet, fotocamere, auricolari, cuffie, e-reader, tastiere, mouse e console portatili ricaricabili via cavo dovranno essere dotati di una porta di ricarica Usb-C (l'obbligo per i computer portatili scatterà nel 2026). Non conta il marchio, perché la mossa di Bruxelles, mirata a ridurre i rifiuti legati al commercio elettronico, non è stata concepita contro una singolo brand, bensì per standardizzare la tecnologia di ricarica eliminando tutte le altre (ad esempio i dispositivi dotati ancora di porta Micro Usb), tuttavia è evidente come Apple sia la compagnia che sconterà il cambiamento più di ogni altra, poiché dovrà modificare la produzione.

Apple non ha accolto bene la svolta impressa dai legislatori europei, poiché uniformare il cavo di ricarica per gli smartphone e altri prodotti elettronici significa rinunciare alla fetta di introiti garantiti dalla vendita dei caricabatterie (per ora solo in Europa, più avanti magari anche altrove se altri paesi decideranno di replicare la scelta). Non un affare da poco considerato che dalla mancata inclusione del caricatore nella confezione di iPhone 12 e dei successivi modelli decisa nel 2020, secondo la stima degli analisti di Ccs Insight, in circa un anno e mezzo l'azienda ha registrato ricavi per circa 6 miliardi di euro (frutto solo in minima parte della vendita di caricabatterie, poiché il guadagno maggiore è arrivato grazie al packaging più piccolo delle confezioni che hanno generato risparmi per la catena logistica).

Quanto alla volontà di Apple di ridurre l'inquinamento ambientale evitando di commercializzare accessori che i consumatori già possiedono, l'UE ha segnalato che i caricabatterie smaltiti ogni anno nel Vecchio Continente equivalgono a 11mila tonnellate di rifiuti elettronici. Guardando invece agli stessi consumatori, il Parlamento europeo ha stimato un risparmio fino a 250 milioni di euro annui per il mancato acquisto di un caricatore reso inutile dal modello universale.

Nell'ottica di Apple, l'obbligo della porta Usb-C rappresenta uno stop allo sviluppo di un nuovo sistema di ricarica per iPhone. L'idea della compagnia è andare oltre i cavi per arrivare a un dispositivo privo di porte e connettori. Il sistema MagSafe per la ricarica in modalità wireless è un esempio in tal senso, anche se serve ancora tempo per mettere a punto una soluzione che sia al tempo stesso efficace, sicura, potente e rapida. Oltre a segnare la (rara) vittoria di un legislatore su un colosso tech, l'arrivo del caricabatterie universale è quindi un successo per i consumatori, che potranno passare da uno smartphone Android a iPhone e viceversa utilizzando lo stesso caricabatterie e senza dover forzatamente acquistare altri accessori, con la consapevolezza che Apple è già al lavoro per trovare un rimedio che, nel rispetto delle linee guida dell'Unione Europea, sia in grado di tornare a garantire gli introiti collegati a iPhone.

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