Economia
May 03 2019
La notizia, attesa da tempo, è diventata ufficiale: Iqos, il dispositivo di Philip Morris International che scalda il tabacco in modo elettronico anziché bruciarlo, potrà essere venduto anche negli Stati Uniti. A dare il via libera è stata la Fda, la Food and drug administration, l’influente ente governativo che Oltreoceano si occupa di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici. E le cui deliberazioni diventano letteratura e parametro di riferimento per molti Stati del mondo. È la fine dell'iter di valutazione, iniziato con la presentazione di una domanda ufficiale nel 2017 e durato tanto a lungo perché ha richiesto l’attenta analisi di studi, documenti e fonti plurime (si parla di migliaia di pagine). Panorama ne aveva raccontato tutti i dettagli in quest’inchiesta esclusiva da New York, durante la quale aveva incontrato anche il responsabile dell’Fda per i prodotti da tabacco.
L’autorità statunitense ha ritenuto di avere evidenza del fatto che l’aerosol prodotto da Iqos contiene meno sostanze chimiche tossiche rispetto al fumo di sigaretta e molte delle tossine identificate sono presenti a livello inferiore sempre rispetto al fumo di sigaretta. Perciò è stato considerato uno strumento adeguato ai fini della protezione della salute pubblica. Iqos è il primo sistema del genere a ricevere il via libera alla commercializzazione negli Usa, il più grande mercato al mondo dopo la Cina. E la notizia ha una ricaduta immediata nel nostro Paese, giacché Philip Morris International produce a Bologna i pacchetti di Heets, le ricariche di Iqos, a seguito di un investimento di oltre 1 miliardo di euro e 1.200 nuove assunzioni. Quelli destinati al mercato americano saranno inizialmente prodotti proprio in Emilia Romagna.
«La decisione della FDA di autorizzare l’immissione in commercio di IQOS negli Stati Uniti rappresenta un passaggio fondamentale nel processo di sostituzione delle sigarette tradizionali con prodotti senza combustione a beneficio della salute pubblica. Una scelta presa in seguito a un rigoroso processo di verifica che ha tenuto conto sia delle evidenze scientifiche presentate da Philip Morris sia di quelle attualmente disponibili nella lettura peer-reviewed» ha commentato Marco Hannappel, amministratore delegato di Philip Morris Italia. «Il rigoroso processo scientifico portato avanti in questi anni dalla FDA» ha aggiunto «rappresenta un esempio di come attori diversi, nel rispetto dei propri ruoli, possano lavorare insieme per risolvere un problema come quello del fumo e ci stimola ad andare avanti in questa direzione per continuare a mettere a disposizione della comunità scientifica e degli enti regolatori ulteriori evidenze a supporto dei prodotti alternativi, come IQOS, contribuendo ad alimentare il dibattito sulla riduzione del danno».
Per fare qualche esempio, l’esposizione al monossido di carbonio dell’aerosol di Iqos è paragonabile a quello ambientale, sostanze come acroleina e formaldeide sono inferiori tra l’89 per cento e il 95 per cento e tra il 66 per cento e il 91 per cento rispetto alle classiche sigarette. Invece i livelli di nicotina sono molto simili, dunque il passaggio dalla sigaretta al dispositivo non dovrebbe essere particolarmente gravoso per i fumatori non occasionali. Proprio al fine di incentivare questa transizione, in Italia Philip Morris ha deciso di abbassare di mezzo euro il prezzo dei prodotti a tabacco riscaldato. In merito ai quali, una precisazione è d’obbligo. La Fda ne ha autorizzato la vendita; deve ancora esprimersi su una seconda domanda presentata da PMI, ovvero la possibilità di commercializzarli etichettandoli come a rischio ridotto. Un’affermazione potente, che richiede un iter ancora più rinforzato e rigoroso, evidenze e verifiche più stringenti. Ecco: questo via libera sottende che il dispositivo è appropriato per proteggere la salute pubblica, giacché i possibili benefici sono maggiori dei rischi. Ma non ne incoraggia l’uso: smettere di fumare rimane sempre la soluzione migliore.
«Si tratta di una decisione attesa. I prodotti per la riduzione del rischio sono per definizione meno dannosi delle sigarette convenzionali. Averlo dimostrato con studi di qualità rafforza la mia convinzione che la strada delle nuove tecnologie è l’unica percorribile per risolvere la piaga del tabagismo in tempi rapidi» ha commentato Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR, il primo centro di eccellenza per la riduzione del danno da fumo nato all’interno del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’università degli Studi di Catania. Mentre Umberto Tirelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, ha rilevato: «Questo è un dato molto importante per il nostro ministero della Salute e per gli altri ministeri europei perché, dopo accurate valutazioni scientifiche sulla base della documentazione presentata da Philip Morris, la Fda ha evidenziato inferiori e più bassi livelli di sostanze tossiche, anche cancerogene, rispetto alle sigarette tradizionali. Questo risponde alla logica del principio di riduzione del danno. Nostro dovere di oncologi continua ad essere quello di far smettere o non iniziare a fumare, ma qualora non si riuscisse o non si volesse smettere bisogna dire che esistono alternative come Iqos, in linea con quanto detto dalla Fda».