Musica
September 03 2021
Dopo 46 anni di carriera e 16 album pubblicati, gli Iron Maiden sono ancora oggi la più grande band heavy metal di sempre. Ogni loro uscita discografica è un evento e non fa certo eccezione il nuovo album Senjutsu, il diciassettesimo disco della loro straordinaria carriera, pubblicato oggi, a sei anni di distanza da The Book of Souls del 2015.
La copertina, con l'iconico Eddie in versione Samurai, è stata disegnata ancora una volta da Mark Wilkinson, ispirato da un'idea di Steve Harris. Senjutsu è disponibile in diversi formati: Standard 2CD digipack, Deluxe 2CD book format, Deluxe 180G Triplo Vinile nero, Special Edition Triplo Vinile Argento & Nero effetto "marmo", Special Edition Triplo Vinile Rosso e Nero effetto "marmo", Super Deluxe Boxset con CD, Blu-Ray e Memorabilia, Digital album (streaming e download).
Il disco, della durata di 82 minuti per 10 brani, è stato prodotto da Kevin Shirley e registrato al Guillaume Tell Studio, in Francia, all'inizio del 2019, durante una pausa nel tour Legacy. «Abbiamo registrato questo album nello stesso modo in cui abbiamo registrato The Book Of Souls: scrivevamo una canzone, la provavamo e poi la mettevamo insieme quando era ancora fresca nelle nostre menti», ha dichiarato Bruce Dickinson. Senjutsu rappresenta perfettamente il nuovo corso degli Iron Maiden, con canzoni più lunghe e tecniche che necessitano di più ascolti per essere apprezzate pienamente. Sono davvero numerosi e riusciti gli assoli di tre chitarristi Dave Murray, Janick Gers e Adrian Smith, supportati dalla poderosa sezione ritmica di Nicko McBrain e Steve Harris. Il frontman Bruce Dickinson non riesce più ad arrivare alle note altissime di qualche anno fa, ma la sua voce è ancora più espressiva, controllata e coinvolgente.
La lunga title track Senjutsu, incentrata sulla guerra e sul potere della musica, con la sua batteria marziale e con i suoi riff ripetuti crea quasi una sensazione di trance. Stratego, dal forte potenziale live, è la canzone dell'album più classicamente Maiden, mentre il primo singolo Writing On The Wall ha un singolare riff di stampo southern rock e un clamoroso assolo di Adrian Smith, in grado di rivaleggiare con quelli contenuti nei classici della band.
La canzone è accompagnata da un video animato tra le rovine del deserto in cui si muovono maghi, i potenti del pianeta e un Eddie versione samurai, pensato dallo stesso Bruce Dickinson e realizzato in collaborazione con due ex dirigenti della Pixar (oltre che fan di lunga data dei Maiden) Mark Andrews & Andrew Gordon. Lost in a lost word, dopo un incipit con un arpeggio da pelle d'oca, cambia diverse volte il tempo, con una esaltante parte strumentale centrale, fino al coinvolgente coro finale. The Time Machine, frutto della collaborazione tra Janick Gers e Steve Harris, ha un'anima prog anni 70, un ritornello memorabile e, nonostante duri 7 minuti, fila via liscia che è un piacere. La lenta e maestosa semi-ballad Darkest Hour, composta da Adrian Smith e Bruce Dickinson, racconta le gesta di Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale: un'altra grande lezione di storia(e di musica) da parte della band inglese. L'album si chiude con un trittico di brani di oltre 10 minuti composti dal solo Steve Harris.
Death of the Celts è un brano epico, tra heavy metal e folk, che racconta la storia delle ultime tribù celtiche rimaste dopo che le tribù germaniche le costrinsero a far parte del Regno Unito. The Parchment ricorda molto Powerslave per le energiche melodie mediorientali, mentre il capolavoro dell'album è probabilmente la cupa Hell on Earth, che racconta mirabilmente il mondo in fiamme, la minaccia delle pandemie e le persone che muoiono senza un perché. Gli ultrasessantenni Iron Maiden, invece che vivere di rendita imitando lo stile dei loro album più fortunati, si sono rimessi in gioco ancora una volta con Senjutsu, le cui lunghe canzoni funzionano bene prese singolarmente, ma che, ascoltate dall'inizio alla fine, ti conducono in un mondo davvero unico: il mondo Maiden.