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April 24 2013
Il supereroe dei fumetti Marvel più amato al cinema torna, con Iron Man 3, dal 24 aprile nelle sale.
Nei panni di Tony Stark, il riccone smargiasso e geniale, c'è ancora Robert Downey Jr., l'attore che ha trasformato in oro la saga sull'uomo di ferro, e che alla saga stessa deve il lievitarsi delle sue quotazioni e della fama.
Iron Man 3 ha la particolarità di inserirsi come sequel di due film diversi: è il culmine dei primi due film, Iron Man (2008) e Iron Man 2 (2010), ovviamente, ma segue anche The Avengers, l'ultimo film Marvel sulla riunione di supereroi "Vendicatori", che è stato un vero e proprio tripudio al botteghino, incassando oltre 1,6 miliardi di dollari in tutto il mondo.
Alla regia non troviamo più Jon Favreau, che ha il merito di aver generato un appeal strepitoso verso la serie. Nell'arduo compito di inserire un terzo capitolo, dopo una coppia d'assi di grande successo, c'è Shane Black, ovvero il regista di un certo tipo di cinema americano pop e accattivante (si vedano Arma letale 1 e 2 , Scuola di mostri, Last Action Hero - L'ultimo grande eroe e Kiss Kiss, Bang Bang, guarda caso il film che portò a scegliere Downey Jr. per il ruolo di Tony Stark in Iron Man). Favreau resta comunque nel ruolo della guardia del corpo Happy Hogan, che con Stark avrà un rapporto sempre più fraterno.
Pronti a indossare gli occhialini 3D e, come se fossimo dentro l'armatura Mark 42 di Tony Stark, a iniziare la nuova avventura?
Ecco 5 cose da sapere sul film. Più un dubbio.
1) Iron Man più tormentato e alle prese coi suoi limiti. Tony Stark è cambiato, non è più lo sbruffone che abbiamo conosciuto. Dopo le imprese di The Avengers il suo ego è tornato ferito e tormentato. Ha avuto a che fare con forze oscure e potenze divine, ha combattuto contro l'esercito alieno dei Chitauri ed è stato al di là del portale spaziale. Ora è richiuso in se stesso e vive la sua armatura come un nascondiglio, tramite cui cerca di rifuggire i suoi fantasmi. Ma anche la sua armatura si rivelerà non così sicura e inaffondabile. Tony è ossessionato dal costruirne sempre di nuove (arriverà a fabbricarne 42), ne è quasi dipendente e lotta per stabilire un confine tra dove finisce Iron Man e dove inizia la sua vita. È addirittura soggetto ad attacchi di panico, anche se questi non sembrano pienamente credibili nello svolgersi della sceneggiatura.
La trama è più intricata degli episodi precedenti e aggiunge sfumature intimiste, che rendono l'arroganza di Tony più pacata, e anch'essa una sorta di armatura per non svelare i suoi limiti e le sue paure.
2) L'azione supera la commedia. Gli episodi precedenti erano stati caratterizzati da un'ironia pungente e divertente, che faceva capolino con puntualità sulle labbra di Tony Stark. In questo nuovo capitolo, invece, viene contenuta e dosata, puntando su trame più "fumettose" e dark. Ecco così che la commedia si fa meno centrale e quello che invece accattiva di più è l'azione, che non riesce però a evitare tratti un po' noiosi. È spettacolare la battaglia finale nel porto, tra gru e container, dove si rinsalda la vecchia amicizia e l'intesa tra Tony e James Rhodes (Don Cheadle). La sua armatura di War Machine è stata nel frattempo ribattezzata Iron Patriot, e la parodia dell'esagerato patriottismo americano è servita.
Se la prima parte fatica a ingranare, poi il coinvolgimento diventa più intenso, soprattutto quando l'azione si fa imperiosa, con l'attacco alla supervilla di Malibù di Stark. L'ironia si fa sentire di più nella seconda parte, anche se proprio in un frangente drammatico dell'epilogo sembra fuori luogo.
3) Ecco il Mandarino, ma con risvolti nuovi. Uno dei nemici più terribili di Tony Stark nei fumetti Marvel fa la sua apparizione: il Mandarino riletto dagli sceneggiatori, ovvero lo stesso Shane Black e Drew Pearce, è uno spaventoso terrorista moderno. Lo interpreta un magnifico Ben Kingsley, così temibile, così teatrale. Ma alle minacce del Mandarino si intreccia un'altra storia che compare nei fumetti chiamata Extremis, apparsa non tanto prima del film Iron Man. Extremis porta in scena due new entry, che si inseriscono bene nell'universo Marvel: ecco il fondatore dell'organizzazione di consulenza AIM Aldrich Killian (Guy Pearce) e la brillante scienziata Maya Hansen (Rebecca Hall). Il potenziamento biologico degli esseri umani studiato da Extremis e la volontà del Mandarino di ribaltare la piramide della civiltà odierna si intrecciano. Non vi svelo che pieghe nuove prenderà però qui la combinazione. Piacerà ai fan del fumetto?
4) Effetti speciali convincenti. Le parti dell'armatura che vengono richiamate addosso a Tony dagli impianti sottocutanei installati, l'attacco alla villa di Malibù, il volo nel nulla dei passeggeri dell'Air Force One e la successiva catena umana, l'epico scontro nel porto con uno stuolo di armature al seguito: gli effetti visivi colgono il segno. Le musiche sono composte da Brian Tyler e raggiungono un ritmo arrembante sul finale. Il 3D è abbastanza superfluo, ma non ti fa uscire dalla sala col mal di testa.
5) Gwyneth Paltrow protagonista. Pepper, la donna che ha fatto mettere la testa a posto al donnaiolo Stark, finalmente non è più solo una bella comparsa che cerca di domare l'eccentricità del suo uomo. Il personaggio interpretato dalla cristallina Paltrow assume un ruolo più importante e determinante. Saprà essere anch'essa eroina e saprà salvare il suo eroe.
- Che fine farà Robert Downey Jr.? Chiuso il terzo atto di Iron Man, in attesa di Thor 2, i dubbi sull'uomo di ferro non sono pochi. The Avengers 2 uscirà nel 2015 e a febbraio 2014 ne inizieranno le riprese: Iron Man non mancherà tra i protagonisti. Probabilmente avrà ancora il volto di Downey Jr.. L'attore ha però quarantotto anni e ha concluso il suo contratto di quattro film con la Marvel. E poi... chi vedremo dentro l'armatura di Iron Man 4?