Israele-Hamas, effetti su voli, viaggi e attacchi informatici ad aeroporti italiani
L'attacco avvenuto qualche ora fa nella città egiziana di Taba, nel golfo di Aqaba, Mar Rosso, al confine con Israele, avrebbe avuto origine da una posizione relativamente vicina e ha causato il ferimento di sei persone. Difficile al momento, stabilire se si sia trattato di un razzo oppure di un drone. Lo ha affermato il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce delle forze israeliane (Idf), facendo implicito riferimento allo Yemen. “Nelle ultime ore è stata rilevata una minaccia aerea nella zona del Mar Rosso; aerei da combattimento sono stati fatti decollare per perlustrare l'area e la questione è oggetto di indagine”, ha affermato l'alto ufficiale, che ha aggiunto: “Israele lavorerà insieme all’Egitto e agli Stati Uniti e rafforzerà la difesa contro le minacce provenienti dall’area del Mar Rosso”. Fonti locali riferiscono anche di un secondo impatto, probabilmente causato da un altro ordigno, che avrebbe colpito una stazione di distribuzione d'energia elettrica presso la città di egiziana di Nuweiba. Ma mentre Taba confina con la città di Eilat, recentemente presa di mira dai razzi di Hamas, l'abitato di Nuweiba si trova a circa cinquanta chilometri più a sud e probabilmente fuori dalla portata dell’arsenale delle milizie palestinesi. I sospetti nei confronti di una possibile provenienza yemenita derivano dal fatto che l’incidente è avvenuto circa una settimana dopo che i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen hanno tentato di lanciare missili contro Israele attraverso il Mar Rosso, ordigni che però sono stati abbattuti dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita.
Seppure le prestazioni dei razzi di Hamas siano limitate, la situazione potrebbe causare limitazioni al traffico aereo. Il Mar Rosso, oltre che una destinazione turistica è anche uno dei territori più sorvolati dalle rotte dirette dall'Europa verso l'Africa e verso talune destinazioni dell'Oceano indiano, quindi sale la preoccupazione per la sicurezza dei voli. Nel momento in cui scriviamo il traffico aereo non sta subendo particolari limitazioni a causa di allerte di sicurezza, ma le rotte da e per l'Europa vengono deviate verso ovest, facendo sorvolare Alessandria d'Egitto e non la penisola del Sinai. La compagnia israeliana El Al collega Londra Heathrow e Luton con Tel Aviv, usando velivoli equipaggiati con sistemi di protezione dalle minacce, mentre i ministeri degli esteri dei due paesi sconsigliano, ovviamente, i viaggi verso Israele e i territori palestinesi occupati, ma anche verso Irak, Libano e Siria. L'organizzazione internazionale dell'aviazione civile (Icao) mediante il sistema di notifiche per gli equipaggi (Notam) segnala le quote minime di sorvolo di alcune aree e ne preclude altre al sorvolo. Il gestore dello spazio aereo europeo, Eurocontrol, insieme con l'autorità aeronautica dell'Unione (Easa), stanno valutando se rinnovare, estendere o modificare le raccomandanzioni emesse dopo gli eventi del sette ottobre scorso, in scadenza il prossimo martedì 31. Tra queste, l'obbligo per i voli di restare fuori da talune aree, dove potrebbero interferire con le operazioni militari, e al di sopra dei 3.800-4.000 metri, cioé fuori dalla portata dei razzi tipicamente usati da Hamas. L'Egitto vieta i viaggi nella maggior parte del paese eccetto che nelle aree turistiche delle località del Mar rosso e della valle del Nilo, precludendo la continuità dal confine con il Sudan al Mediterraneo. Ma restano accessibili Abu Simbel, Assuan, Luxor, Il Cairo, le Piramidi e Alessandria. In Giordania rimane vietata solo una striscia di territorio di tre chilometri lungo il confine e in Arabia Saudita resta proibito sorvolo e percorrenza di una striscia di territorio di dieci chilometri lungo il confine yemenita. Per raggiungere Amman le compagnie aeree stanno evitando lo spazio aereo israeliano e questo comporta la deviazione delle rotte: per esempio da Londra verso la Giordania si sorvolerà l'Egitto fino al Mar Rosso prima di virare a nord una volta nello spazio aereo giordano. La situazione è dunque ancora relativamente tranquilla e quanto accade in Palestina e in Israele sta rimanendo circoscritto allo spazio aereo regionale. Tutte le compagnie mantengono costantemente sotto controllo la situazione e, in caso di variazione, adattano le rotte di conseguenza. Come nel caso di Tel Aviv, che raccomanda i vettori in arrivo di caricare una quantità maggiore di carburante per poter gestire eventuali attese o deviazioni verso scali alternati.
Diverse sono invece le raccomandazioni ai turisti fatte del ministero degli Esteri del Regno Unito, che invitano a non fare fotografie nelle vicinanze di installazioni militari e infrastrutture come dighe, canali, centrali elettriche. Resta l'allerta per il rischio di manifestazioni in tutto il Marocco e per l'Oman. Gli effetti della situazione arabo-israeliana sul traffico aereo si sommano però alle limitazioni imposte a causa della guerra russo-ucraina, come accade ai voli dal nord Europa verso la Cina, che normalmente sorvolerebbero Danimarca, Svezia, Finlandia e Russia, mentre ora virano a sud verso i Balcani, il Mar Nero e il Caucaso prima di virare verso nord-est sul Mar Caspio. Verso Dubai, le rotte sorvolano Turchia, Iraq e Kuwait evitando Siria, Libano e Israele. Da passeggeri con una prenotazione per un volo in zona mediorientale serve quindi attenzione alle comunicazioni da parte dei vettori e disponibilità a poter cambiare itinerario o data, qualora la situazione si complicasse ulteriormente. E in volo, soprattutto, bisogna aspettarsi tempi più lunghi del solito proprio a causa delle deviazioni imposte e raccomandate. Infine, mercoledì 25 ottobre l'Agenzia italiana per la cybersicurezza nazionale (Acn) ha allertato vari enti tra i quali tre aeroporti di una potenziale campagna di attacchi informatici del tipo Distributed Denial of Service (Ddos) avvenuti ai sistemi di Aeroporti di Puglia (Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie), a quelli della Società aeroportuale calabrese (Crotone, Lamezia terme e Reggio Calbria) e al sito web dell'aeroporto Corrado Gex di Aosta. Tutti sarebbero opera del gruppo di hacker “Mysterious Team Bangladesh”, che in passato si era reso responsabile per aver attaccato siti web israeliani e indiani.
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