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October 15 2015
Dopo una settimana di violenze, tra accoltellamenti e conflitti a fuoco in cui sono morti sette israeliani e una trentina di palestinesi, nuova impennata di tensione a Gerusalemme e in Cisgiordania per la "Giornata della collera" indetta da Hamas con l'esplicito invito a tutti i gruppi arabi ad attaccare l'esercito israeliano "per punirlo dei suoi crimini".
Non pare tra l'altro un caso che l'appello del movimento islamico a capo della Striscia di Gaza sia stato lanciato poche ore dopo il divieto israeliano allo sceicco Raed Sallah, considerato l'ispiratore dei disordini alla moschea al Aqsa che sono stati il preludio alla nuova Intifada, di partire dall'aeroporto di Tel Aviv per recarsi in Turchia, dove avrebbe dovuto incontrare deputati turchi e arabi.
E' battaglia anche via media
A gettare ulteriore benzina sul fuoco c'è poi anche la battaglia a livello mediatico, con il ministero degli Esteri di Israele che ha diffuso le foto di Ahmed Mansara, il ragazzino palestinese di 13 anni che aveva ferito gravemente un coetaneo israeliano a Gerusalemme, per mostrare che non è stato giustiziato come affermato da Abu Mazen, ma è vivo e si trova ricoverato in ospedale. Le immagini sono anche la risposta dello Stato ebraico alle allusioni del portavoce del Dipartimento di Stato americano, John Kirby, riguardo un "uso eccessivo della forza" nell'affrontare gli attacchi palestinesi. Accusa che ha pure fatto infuriare il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, che ha accusato Washington di "malinterpretare" il conflitto israelo-palestinese: "Se qualcuno brandisce un coltello e lo uccidono, è questo uso eccessivo della forza? Ma di cosa stiamo parlando!", il commento del politico ai microfoni della radio militare.
La diplomazia ci prova
In un tale contesto, la diplomazia non rinuncia comunque a lavorare per cercare di fermare le violenze che rischiano di affossare ogni speranza di dialogo tra israeliani e palestinesi. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, partirà presto per la regione e sarebbe già impegnato nel cercare di organizzare un vertice ad Amman tra il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente palestinese, Abu Mazen, con l'obiettivo di ridurre la tensione nella zona.