Economia
May 28 2024
Il matrimonio nei cieli tra Ita Airways e Lufthansa non s’ha proprio da fare. Se l’indiscrezione pubblicata oggi dal Corriere della sera fosse confermata, infatti, l’ennesimo paletto posto dall’Antitrust europeo potrebbe essere la pietra tombale sopra le nozze. In pratica l’ultima “euro-follia” dei tecnici di Bruxelles per dare il via libera all’unione è che il vettore italiano non entri mai nell’alleanza transatlantica che il gruppo tedesco ha con United Airlines e Air Canada. Una richiesta che, se accettata, tarperebbe letteralmente le ali a Ita Airways che non potrebbe rilanciarsi nelle tratte internazionali, le più importanti dal punto di vista economico. Per fare un altro esempio in ambito trasporti, è come se per andare in treno da Milano a Roma i passeggeri di Trenitalia dovessero scendere a Firenze e prendere Italo fino alla capitale, per rispettare concorrenza…
“Stiamo ancora discutendo su come porre rimedio ai problemi di concorrenza, come facciamo in ogni caso” ha replicato a stretto giro la vicepresidente esecutiva della Commissione europea Margrethe Vestanger, non certo una sostenitrice del matrimonio nei cieli. “Quando abbiamo problemi di concorrenza è perché c’è il rischio che i consumatori debbano pagare prezzi più alti o che non abbiano la stessa scelta di frequenze che potrebbero desiderare. Quindi la discussione è in corso e non abbiamo ancora conclusioni”.
Eppure le joint venture tra i vettori sono all’ordine del giorno e servono per far viaggiare gli aerei pieni anche sui voli a lungo raggio. Oltre a Lufthansa, infatti, anche le compagnie europee Air France e Klm hanno un accordo negli States con Delta Airlines, mentre British Airways e Iberia sono alleate con American Airlines. Naturale, quindi, che anche il nostro piccolo vettore, rinato da poco, abbia la necessità di entrare in una joint venture internazionale per volare sulle lunghe distanze.
In base ai dati della piattaforma Cirium, l’80% dei biglietti venduti quest’anno per i collegamenti tra Europa e Stati Uniti sono stati prenotati a una delle tre alleanze tra vettori Ue e americani. Per Vestanger si tratta di un numero eccessivo che va ridotto per aumentare la concorrenza sulle tratte. A scapito, però di Ita Airways che in queste joint venture neppure è presente, ma che ne ha bisogno per rilanciarsi e andare sposa ai tedeschi.
Il verdetto Ue, comunque, è atteso per il 4 luglio prossimo, ma pare di capire che i “rimedi” proposti da Lufthansa per impalmare Ita Airways non siano considerati sufficienti da Bruxelles.