Economia
April 07 2023
Odi et amo. Si potrebbe riassumere così il rapporto tra Francia e Italia. Una rivalità che affonda le sue radici nella storia e che prosegue fino ai giorni nostri. Certo, con modalità più sofisticate, rispetto al passato, ma sempre con lo stesso obiettivo: prevalere sull’altro. Lo scontro tra Italia e Francia è dunque passato dal campo di battaglia all’alimentare, al lusso, ai mezzi di trasporto e alla cantieristica.
L’ultimo nodo di disputa riguarda infatti le ferrovie. La Société Nationale des Chemins de fer Français (Sncf), una delle principali aziende pubbliche francesi, vuole entrare nel mercato italiano, esportando il modello “Ouigo”, già operativo in Francia e Spagna, anche da noi, con la sua offerta low-cost, sulle linee ad alta velocità Torino - Milano - Roma - Napoli e Torino - Venezia. Trattandosi di una compagnia low-cost ci sono delle precise restrizioni, come si può notare andando sul sito francese del treno, per quanto riguarda, ad esempio, il numero dei bagagli e la comodità del viaggio. Aspetti sottolineati anche da passeggeri spagnoli che stanno già regolarmente usando il treno francese: “È meno comodo dei treni regolari e ci sono dei limiti sulle dimensioni dei bagagli. Fondamentalmente, è la compagnia aerea low cost del mondo dei treni, quindi assicurati di controllare tutte le regole e dovrebbe andare tutto bene!”.
Ma che progetti ha la Sncf in italia?
Nel documento di presentazione riservato, che il quotidiano francese Le Parisien, ha potuto consultare, Sncf punta a realizzare "un totale di 13,5 viaggi giornalieri andata e ritorno" in Italia (9 nelle tratte Milano - Roma e 4 tra Torino - Venezia). Ma non solo, perché a questi si aggiungerebbero 2 viaggi Parigi - Milano, rispetto ai 3 attualmente previsti. Obiettivi che la società francese vuole raggiungere mettendo in campo una politica di prezzi particolarmente aggressiva, dato che al momento in Italia i treni hanno un costo notevole. Mossa, quella francese, che chiaramente vuole contrastare l’azione italiana di Trenitalia sul mercato locale oltre che "limitare la capacità di investimento riducendo di fatto le sue prospettive (di Trenitalia) di margine sul mercato nazionale”, si legge nel documento riservato.
Trenitalia France è infatti entrata nel mercato francese nel 2021 con la tratta Parigi - Milano e pochi giorni fa è stato annunciato anche l’arrivo dei convogli cargo di Mercitalia(società capofila del polo logistica del gruppo Fs) per le tratte: Parigi-Catania, Parigi-Bari e Parigi-Marcianise che puntano a portare a quota 24 i treni settimanali in circolazione tra la Francia e l’Italia. Oltre a questi sono in arrivo treni che partiranno dalla zona della Borgogna verso Novara, altri che copriranno la tratta Parigi - Padova e altri ancora che partiranno da Parigi, attraverseranno la Svizzera e saranno diretti in diverse aree del Nord Italia. Un progetto, dunque, in continua crescita che dopo l’ingresso di Fs nella gestione di un importante terminal intermodale europeo (Duisburg, in Germania), sta mettendo sotto pressione la rivale francese Sncf.
Francia e Italia: le tensioni industriali
Nel gioco Italia-Francia, c’è sempre stata l’intenzione dei francesi di accaparrarsi, nel mondo moderno, i gioiellini industriali italiani come, per esempio, Prada, Fendi, Bulgari e Loro Piana da parte diLvmh o ancora Bottega Veneta, Pomellato e Gucci che sono finite nelle mani del gruppo Kering, la Edison è stata acquistata da Edf e Parmalat da Lactalis. Le mosse di acquisizione avanzate dalla Francia verso l’Italia e viceversa hanno sempre scatenato non poche polemiche e quasi sempre l’intromissione dei vari governi nazionali che sono scesi in campo per tentare di proteggere le proprie aziende. Ma andiamo con ordine.
Il 2021 si è chiuso con 518 investimenti francesi in Italia e solo 318 Italiani nel Paese di Emmanuel Macron. Stando agli ultimi dati pubblicati da Kpmg la Francia nel 2021 ha messo a segno 62 transazioni, per un valore complessivo di 2,9 miliardi di euro, classificandosi di fatto come il secondo investitore, dopo gli Usa, nel nostro Paese. L’acquisizione più grande effettuata è stata quella di Lifebrain (italiana) da parte di Cerba HealthCare (francese), per un valore di 1,2 miliardi di euro (realtà attive nel campo dei laboratori analisi). Andando più indietro nel tempo, troviamo diverse operazioni commerciali che hanno indispettito non poco i rispettivi governi nazionali. Parliamo, per esempio, del tentativo da parte di Fincantieri di acquistare gli Chantiers de l’Atlantique. Dopo ben 5 proroghe e anni di battibecchi l’operazione è naufragata con la scusa della pandemia. Senza contare l’intervento richiesto da Francia e Germania, alla Commissione Ue, per aprire un’inchiesta sul dossier “Fincantieri-Stx”, mostrando di fatto la non approvazione del governo francese all’unione.
Poco gradite anche le mire espansionistiche della Francia in Italia. Quando la francese Lactalis nel 2011 volle acquistare Parmalat il governo in carica adottò un decreto “anti-scalate” con l’obiettivo di proteggere le aziende e i settori strategici dell’Italia. Nello stesso anno Lvmh si era comprata Bulgari e la Edf Edison. A poco servì la mossa dell’esecutivo italiano, dato che si ritardarono solo i tempi dell’inevitabile. Più recente è invece l’azione di Vivendi nei confronti di Mediaset. Il gruppo francese tentò infatti di acquistare la maggioranza delle quote della società italiana, provocando non poche frizioni nelle relazioni economiche tra Italia e Francia. La questione durò 5 anni tra battaglie in tribunale, accuse reciproche e denunce varie fino a che nel maggio 2021 si scrisse la parola fine.
Lo scontro indiretto tra le Fs Italia e le Sncf francesi è dunque solo l’ultimo, in ordine cronologico, dei conflitti politico-economici tra Italia e Francia.