Economia
May 29 2015
Nel primo trimestre del 2015 il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. L'Istat conferma la stima preliminare diffusa il 13 maggio e l'inversione di tendenza. Rivisto al rialzo rispetto alla stima preliminare il dato annuo che si confronta con il primo trimestre del 2014: la crescita del Pil è stata dello 0,1% rispetto al risultato invariato diffuso con la stima. Si tratta della prima crescita dopo 13 trimestri con il segno meno. Il primo trimestre del 2015, precisa l'Istituto, ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al primo trimestre del 2014. La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,2% Rispetto al trimestre precedente, comunica l'Istat, i consumi finali nazionali sono in lieve diminuzione (-0,1%) e gli investimenti fissi lordi crescono dell'1,5 per cento. Dal lato degli scambi con l'estero, le importazioni sono aumentate (1,4%) e le esportazioni sono rimaste stazionarie.
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La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,2 punti percentuali. La variazione delle scorte ha fornito un apporto positivo di 0,5 punti percentuali. Per contro, il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,4 punti. Dal lato dell'offerta, si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell'agricoltura (6,0%) e dell'industria (0,6%), mentre quello dei servizi ha segnato una variazione nulla. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell'agricoltura e' cresciuto dello 0,2%, quello delle costruzioni e' diminuito dell'1,6%, quello dell'industria in senso stretto dello 0,4%, mentre quello dei servizi e' cresciuto dello 0,1%.
"Abbiamo una buona notizia: l'Italia è tecnicamente fuori dalla recessione e i dati dell'Istat vanno dunque accolti positivamente. Ma la crisi degli scorsi anni ha lasciato strascichi e non bisogna abbassare la guardia". Così in una nota il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi commentando i dati sul Pil del primo trimestre 2015. Secondo l'econoimista "servono misure per la crescita perché la ripresa è lontana e l'uscita dalla recessione potrebbe aprire le porte a una fase, assai pericolosa, di stagnazione se il prodotto interno lordo non comincia a salire di qualche punto percentuale e non di zero virgola".
Inflazione: +0,2%. Addio anche alla deflazione
Segnali positivi anche dall'inflazione che a maggio torna a crescere anno su anno dopo quattro mesi consecutivi di flessione. Dunque, la deflazione è (per ora) alle spalle. Secondo la stima preliminare dell'Istat, l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta a maggio dello 0,2% sia rispetto al mese precedente sia nei confronti di maggio 2014 (ad aprile il tasso tendenziale era -0,1%). La ripresa dell'inflazione, dopo quattro mesi consecutivi di valori negativi, spiega l'Istituto, è dovuta principalmente all'ulteriore ridimensionamento della flessione su base annua dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-7,2% da -8,7% di aprile) e all'accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi. L'inflazione acquisita per il 2015 è pari a +0,1% (era nulla ad aprile).
Il cosiddetto "carrello della spesa" resta ancora su valori superiori rispetto al livello generale dei prezzi, confermandosi anche a maggio in crescita dello 0,8% su base annua (come ad aprile e marzo).