Vertice militare Italia-Giappone per il caccia Tempest
Il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, si recherà in Giappone per parlare del caccia di nuova generazione che dovrebbe nascere dal Team Tempest che comprende il Ministero della Difesa britannico, Bae Systems, Rolls-Royce, Leonardo, Mbda e Saab. Il tema sarà la collaborazione nipponica sulla tecnologia dei caccia di sesta generazione, della quale determinati aspetti italiani e giapponesi potrebbero essere comuni. "A ottobre sono stato invitato in Giappone dal capo dell'aviazione nipponica per discutere di programmi comuni, sarà l'occasione per condividere la nostra visione e il nostro punto di vista comune”, ha affermato Goretti in un'intervista alla testata specializzata Defence News, ricordando anche che Tokyo sta portando avanti il suo programma Fx per sviluppare un nuovo velivolo che sostituisca il Mitsubishi F-2, ovvero una versione nazionale dello F-16 americano.
La visita di Goretti a proposito del programma Tempest segue quanto è stato annunciato durante il salone di Farnborough (Londra) nel luglio scorso, occasione nella quale il Regno Unito aveva dichiarato l’intenzione di intraprendere una analisi concettuale congiunta con Giappone e Italia sulla tecnologia di sesta generazione, in seguito all'annuncio della raffica degli accordi tra aziende britanniche e giapponesi su motori e sensori di nuova concezione. “I giapponesi potrebbero prendere la tecnologia dal Tempest e utilizzarla nel loro programma Fx; capiremo meglio quando ci renderemo conto di cosa può fare l'industria”, ha affermato Goretti, confermando che anche la Difesa di Tokyo potrebbe unirsi al nuovo programma anglo-italo-svedese.
Dal punto di vista degli scenari operativi, mentre l’Italia, membro della Ue e della Nato, deve poter essere efficace nel contesto del Mediterraneo, il Giappone sta affrontando l’espansione cinese nell’area asiatico-pacifica, molto differente, ma dal punto di vista tecnologico entrambe le nazioni si trovano a dover affrontare le medesime potenziali minacce.
Il numero uno dell’Aeronautica Militare ha quindi rassicurato su questo aspetto: “Le fasi di sviluppo del caccia di prossima generazione saranno condotte in modo da evitare violazioni della sicurezza dell'alleanza Nato perché lo scambio di tecnologie sarà effettuato nel rigoroso rispetto della sicurezza; la Nato e il Giappone hanno diverse aree strategiche di interesse e gli esperti stanno lavorando sul concetto operativo del Tempest e su come poterci scambiare informazioni in sicurezza”. Stando al Documento programmatico della Difesa 2022-2024, l'Italia si è impegnata a investire 220 milioni di euro sul programma Tempest e previsto di spendere 3,8 miliardi entro il 2036. Riguardo alla possibilità che il programma Team Tempest possa fondersi con lo Fcas di Airbus, Dassault e Indra, l’omologo progetto franco-tedesco-spagnolo, l’alto ufficiale italiano ha dichiarato: “Questi programmi richiedono un investimento enorme che le singole nazioni non possono permettersi; quindi, stanno cercando di ridurre i costi. È successo con il Tornado e con l’Eurofighter e accadrà di nuovo in futuro, francesi e tedeschi sono andati in una direzione, ma non possiamo avere due piattaforme che fanno la stessa cosa in Europa, poiché potrebbe non essere economicamente sostenibile. È logico pensare che quando le nazioni avranno definito i loro requisiti assisteremo a una convergenza dei programmi verso un'unica piattaforma”.
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