L’Italia a caccia di 3,9 milioni di lavoratori entro il 2028

Assunzioni record nei prossimi cinque anni. Da ora al 2028 l’Italia ha bisogno di tra i 3,4 e i 3,9 milioni di lavoratori. E oltre 600mila potrebbero essere immigrati. La necessità dei nuovi occupati, emersa da un rapporto Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è spinta dal turnover (sostituzione di lavoratori in uscita) e dalle opportunità create dal Pnrr. Commercio e turismo tra i settori dove la richiesta sarà maggiore e Lombardia, la Regione con più possibilità per nuova occupazione.

I nuovi occupati, tra il 78% e l’88%, sostituiranno i lavoratori in uscita, mentre la crescita economica porterà con sé tra le 405mila e le 832mila unità in più. Il Pnrr potrebbe generare fino a 970mila posti di lavoro, considerando anche l’indotto. Settori strategici come finanza, commercio e turismo, formazione, cultura, costruzioni e infrastrutture saranno i maggiori beneficiari di questa spinta. La finanza è il settore che avrà il maggiore impatto occupazionale (23%), seguita da commercio e turismo (21%), formazione e cultura (12%). Guardando ai settori con il fabbisogno più forte di occupazione entro il 2028 al primo posto ci sono commercio e turismo, con una richiesta di fino a 713mila nuove assunzioni. A seguire i servizi di supporto alle imprese e alla Pubblica Amministrazione (563mila). Poi il comparto salute (465mila), la finanza e consulenza (454mila) e infine la filiera della formazione e cultura (445mila).

Quali saranno le categorie più ricercate? Lavoratori di alto profilo: dirigenti, specialisti e tecnici rappresenteranno il 39% delle richieste. Impiegati e professionisti commerciali e dei servizi (36%) al secondo posto. E poi operai specializzati e conduttori di impianti (17%). I lavoratori non qualificati rappresenteranno solo l'8% del fabbisogno totale.

A spiccare sono gli ingegneri, ne serviranno 64mila. Anche i docenti e i formatori saranno tra le figure più cercate, con un fabbisogno stimato di 100mila nuovi insegnanti nelle scuole primarie, secondarie, di sostegno e nelle discipline specifiche. Servono poi almeno 52mila medici e 30 mila specialisti delle scienze giuridiche. Le aziende sono alla ricerca di competenze green e lavoratori con almeno due competenze digitali su tre: capacità di utilizzo di strumenti digitali di base, linguaggi matematici e informatici e gestione di soluzioni innovative. Ne servono 960mila. Nel settore pubblico il fabbisogno è di sostituire oltre 800mila lavoratori, necessari non solo per garantire il turnover ma anche per raggiungere gli obiettivi fissati dal Pnrr. Per quasi la metà delle nuove assunzioni sarà richiesta una formazione tecnico-professionale (47/48%).

Il fabbisogno di nuovi occupati si concentrerà prevalentemente nel Nord-Ovest e nel Sud/Isole, con la Lombardia che guiderà la domanda nazionale con circa 709mila lavoratori (cioè il 18% nazionale). In Campania, Sicilia e Puglia, le regioni più in difficoltà del Mezzogiorno, la carenza potenziale di personale potrebbe raggiungere rispettivamente 310mila, 255mila e 201mila unità. Nel Nord-Est e al Centro, invece, le stime riportano un fabbisogno di 836mila e 812mila nuovi occupati.

E tra i 3,4 e i 3,9 milioni di lavoratori necessari nel prossimo quinquennio un ruolo cruciale spetta agli immigrati. Si stima potrebbero esserne necessari 640mila. Per loro i settori che hanno più richiesta sono in primis l’agricoltura e poi l’industria, la mobilità e logistica, l’agroalimentare, le costruzioni e infrastrutture.

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