Economia
February 28 2024
Passano gli anni, cambiano le mode e cambiano pure le valute, ma a non cambiare mai è la certezza degli italiani di investire nel mattone. Gli ultimi dati ISTAT mostrano come per l’83% dei nostri connazionali una casa di proprietà rappresenti ancora la prima fonte di sicurezza e stabilità. E tutto questo al netto di un andamento del mercato che, a partire dallo scoppio della bolla dei mutui subprime del 2006, è stato a dir poco movimentato.
Eppure, sebbene la casa per gli italiani rappresenti un punto fermo e inamovibile, ad essere cambiate sono le priorità che fanno propendere per l’acquisto di un immobile. Ad oggi, infatti, per la prima volta negli ultimi 20 anni, il parametro di maggior interesse per chi deve comperare casa più che il semplice prezzo al mq sono i costi di gestione/manutenzione ad essa legati. Ma attenzione: tali costi, specialmente quando si tratta di quelli dell’energia non sono legati alla cosiddetta “casa green” - sulla quale l’Europa sembrava intenzionata a porre vincoli insuperabili (e che ad oggi rimane in sospeso, ferme restando le indicazione ai Paesi di ridurre le emissioni del 16% entro il 2030) - a pesare sulla bilancia sono proprio i costi dell’energia. Anche la luminosità e un piano alto rappresentano una priorità per chi deve acquistare casa, a cui seguono la sicurezza e la disposizione degli spazi abitativi.
La sostenibilità ambientale, invece, è solo la penultima voce nella classifica degli elementi importanti e si trova appena sopra alla richiesta di un garage.
«A incidere sulla nuova lista delle priorità degli italiani alla ricerca di una nuova abitazione è sicuramente la nuova modalità di vivere delle persone - spiega Charlie Cinolo, ad di Facile Immobiliare - che, dopo la pandemia, cercano una casa per trascorrerci molto più tempo che in passato. Ad oggi restiamo a casa il 68% in più rispetto anche solo al 2019, quando il Covid non aveva mostrato al mondo, suo malgrado, una diversa modalità di vivere: forzosamente più raccolta e intima. In casa oggi si lavora molto più che in passato, si fa attività fisica e si può comunicare guardandosi in faccia anche con chi abita dall’altra parte del mondo».
Ferme restando quindi le mutate necessità degli italiani e il loro desiderio di ‘investire sul mattone’ negli ultimi anni abbiamo progressivamente assistito a una contrazione dei prezzi nel mercato immobiliare: ma nel 2023 abbiamo riscontrato per la prima volta dopo il 2013 un rallentamento delle transazioni che hachiuso con un -10% delle transazioni rispetto al 2022.
Ricostruendo nel dettaglio l’andamento del 2023, notiamo più precisamente che ad essere calato del 14% è stato sorprendetemente il mercato delle prime case, mentre ad avere registrato una vera e propria impennata sono state le transazioni per il cambio di casa (+126%) o le seconde case (+41%). E’ abbastanza facile intuire che la riduzione degli acquisti delle prime case sia imputabile al calo delle natalità dell’ultimo ventennio e alla aggiuntiva difficoltà che molte giovani coppie hanno nell’ottenere mutui compatibili con le loro retribuzioni, così come è ipotizzabile che il desiderio di cambiare casa sia stato in qualche modo determinato, ancora una volta, dalla pandemia che ha reso le persone più attenete agli spazi in cui vivono.
Per il 2024, gli analisti del Censis e di Banca d’Italia indicano come il mercato dovrebbe sostanzialmente stabilizzarsi intorno ai valori del 2023, anche se possiamo supporre che i tassi fissi per i mutui al 2,5/3% potrebbero incentivare soprattutto le giovani coppie ad affrontare l’acquisto della loro prima casa e bensì continuare a dare benzina al mercato di sostituzione della prima casa di famiglie che vogliono migliorare la loro qualità di vita.
Una casa che troveranno dopo un’attenta ricerca che risente dell’effetto “Autoscout”, ossia della comparazione tra i vari portali che propongono diverse tipologie di abitazione e che, di fatto, consentono anche ai privati di avere un’idea di massima dell’equità del prezzo di uno stabile.
Che poi il termine ‘equità’ sia sensibile a variabili geografiche per cui i 5000 euro al metro quadro di Milano siano considerati uno sproposito a Roma, dove ci si aggira attorno a 3.400 euro, è un altro discorso, che magari affronteremo in un prossimo intervento.