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Italiani e sostenibilità: l'indagine SWG per Nespresso svela le aspettative dei consumatori

Capita a tutti di andare al supermercato e, bombardati da pubblicità di prodotti sostenibili, chiedersi: ma sarà veramente così o è l’ennesima trovata di marketing? Per capire qual è il rapporto degli italiani con il tema della sostenibilità, legato a doppio filo con la crisi climatica e sociale che entra tutti i giorni nelle case dai telegiornali, Nespresso, braccio armato di caffeina della multinazionale svizzera Nestlé, ha chiesto all’Istituto di ricerca SWG di stilare una ricerca approfondita per ascoltarne le opinioni e i desideri, costituendo il Primo osservatorio partecipativo su economia circolare, impatto sulle comunità locali e i territori. Anzitutto 9 italiani su 10, di tutte le età, sanno cosa è la sostenibilità e 8 indicano che influenza i propri acquisti, ma sorprendentemente non ritengono che un’azienda sia sostenibile solo quando si occupa dell’ambiente o di inquinare meno o riciclare di più, ma anche se tratta con equità e giustizia i propri dipendenti. E se l’agroalimentare è secondo gli intervistati in cima alla classifica delle industrie a cui si chiede maggiore responsabilità in tal senso, al pari di quella energetica e seguita da quelle dei trasporti e dalle case automobilistiche, fuoriesce anche la sfiducia generalizzata che risparmiando energia o riciclando i cittadini possano assicurare da soli un futuro alle nuove generazioni: 6 italiani su 10 infatti temono che non si riuscirà a vincere la sfida contro il cambiamento climatico, anche se circa 7 su 10 è disposto a impegnarsi per abbassare il proprio impatto ambientale ed è per questo che richiede un aiuto da parte dell’industria.

Se è vero che il 62 per cento degli italiani ritiene fondamentale che le aziende superino le dichiarazioni di facciata e intraprendano azioni concrete per migliorare la qualità della vita nei territori dove operano, è chiaro che nessuno può restare con le mani in mano, a rischio di passare dalla parte dei cattivi e trasformare una storia di successo in un disastro. Forse è anche per questo che Nespresso ha annunciato di voler estendere e consolidare il proprio impegno nell’ottica della sostenibilità, già avviato da tempo con alcuni progetti di economia circolare: un esempio è “Da Chicco a Chicco”, che ha consentito in 13 anni di recuperare più di 11mila tonnellate di capsule per il caffè esauste, rimettendo in circolo l’alluminio e il caffè delle capsule recuperate dai clienti (incentivati attraverso la donazione di barattoli in alluminio pieni di compost) per produrre nuove; un altro progetto nella stessa direzione è stato “Le città che Respirano”, che ha permesso di rigenerare oltre 70mila metri quadri di territorio in 7 regioni italiane attraverso la piantumazione di alberi e piante.

“Questo Osservatorio nasce dalla volontà di ascoltare e costruire un dialogo continuo con l’Italia”, spiega Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso in Italia. “Vogliamo intercettare le esigenze, i bisogni e le aspettative delle persone, anche lì dove le comunità locali ritengono sia più stringente, con un focus particolare sui valori che perseguiamo: circolarità, comunità e cura per l’ambiente, facendo evolvere i nostri progetti già attivi e creandone di nuovi. L’economia circolare resterà uno degli assi portanti di questo percorso e l’Osservatorio orienterà i progetti futuri”.

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