Lifestyle
October 28 2012
di Michael Cieply e Brooks Barnes
Non sarà Pandora, ma Pounui Ridge, una località a una trentina di chilometri da Martinborough, città vinicola nella Wairarapa Valley, nell’Isola del Sud neozelandese, la ricorda molto. E come Pandora, il mitico pianeta degli Avatar nel film di James Cameron, anche Pounui brulica di animali selvatici. Per esempio le anguille, che dopo avere vissuto in acqua dolce scivolano in mare per andare a procreare nelle vicinanze della lontana isola di Tonga e, in un ciclo di vita che risale al Miocene, tornano quindi al lago Pounui risalendo la corrente.
Quest’anno, poco prima del suo viaggio in solitario verso il fondo della Fossa delle Marianne, il regista-avventuriero ha speso circa 16 milioni di dollari per acquistare 1.000 ettari di terreno coltivabile intorno al lago Pounui (si pronuncia Po-niu-ii). E ora si aspetta di assorbirne il fascino per creare a sua volta un’atmosfera di magia nei due sequel di Avatar , il film del 2009 record di incassi di tutti i tempi.
La Nuova Zelanda, fino a oggi identificata con Peter Jackson e la sua trilogia Il Signore degli anelli, spera ora con Cameron in un rilancio e nei posti di lavoro che presumibilmente verranno creati per girare Avatar 2 e Avatar 3. Prospettive che entusiasmano il governo di Wellington, che guarda alla produzione di colossal hollywoodiani come a un settore in crescita. Jackson, intanto, sta lavorando a Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato e a un sequel, Andata e ritorno, ma la presenza professionale costante di Cameron (che ha girato alcune scene del primo Avatar a Wellington, dove sono stati completati anche gli effetti visivi) quasi certamente darà impulso all’economia nazionale, secondo Steven Joyce, ministro dello Sviluppo economico.
Certo, non tutti hanno accolto il regista di Avatar con lo stesso entusiasmo. L’acquisto della tenuta sul lago Pounui ha innescato il crescente timore dei locali di un possibile accaparramento di terreni da parte di stranieri abbienti a prezzi esorbitanti. Di recente, per esempio, i neozelandesi hanno reagito violentemente alla vendita di 16 aziende lattiere a una società cinese (è tuttora in corso una vertenza in tribunale) e l’arrivo di Cameron ha gettato benzina sul fuoco. «Arriveranno a frotte da Hollywood» ha scritto Stephen Oliver il 2 aprile su The Waikato Times.
Alcuni tra i nuovi vicini di Cameron temono che il regista non sia in grado di vivere in questo paradiso senza diventare quella sorta di distruttore messo alla gogna da Avatar. E si domandano se i milioni investiti nell’acquisto della proprietà faranno aumentare le tasse degli abitanti della zona e se i ricercatori della Victoria University di Wellington continueranno ad avere accesso al lago Pounui per studiare le anguille. Dubbi rafforzati dal fatto che Cameron ha già chiuso una piccola sala all’interno della sua tenuta utilizzata finora per i ricevimenti nuziali.
Un’altra questione riguarda l’utilizzo che Cameron intende fare della sua proprietà. Per ottenere l’approvazione del governo all’acquisto della terra ha infatti dovuto garantire di destinarne almeno una parte a uso agricolo. Però l’attuale attività, incentrata prevalentemente sull’allevamento di bovini, rappresenta un problema per il regista: sua moglie Suzy Amis ha da tempo convertito l’intera famiglia a una dieta vegetariana. "Stiamo quindi pensando di indirizzarci verso un’attività basata sui raccolti" ha spiegato Cameron.
Il distretto di South Wairarapa, dove si trova la nuova proprietà di Cameron, conta meno di 10 mila residenti e tre centri principali: Featherston, Greytown e Martinborough. C’è una stazione turistica di livello internazionale, Wharekauhau, che quasi abbraccia la costa all’estremità meridionale della valle. Inoltre Martinborough è attorniata da un’area vinicolo di tutto rispetto dove si producono Pinot nero, Sauvignon bianco e uno Chardonnay frizzante. Tuttavia, l’attività prevalente è l’allevamento di ovini e bovini. Anche Peter Jackson, con la compagna di una vita, Fran Walsh, possiede un’abitazione a nord del lago Pounui (il regista conserva una parte della sua collezione di aerei della Prima guerra mondiale presso l’aeroporto locale).
In realtà quello che ha convinto Cameron a spostare gradualmente la sua carriera professionale verso l’emisfero meridionale è stata la cultura cinematografica contemporanea della Nuova Zelanda. Le troupe neozelandesi, ha dichiarato, possiedono una freschezza e una flessibilità che non esistono più negli Stati Uniti. Un entusiasmo non pienamente ricambiato: «Cameron deve capire che abbiamo lavorato praticamente solo con Peter Jackson, che è gentile e affabile» ha dichiarato un tecnico. «Invece lui alzava la voce contro di noi e il nostro primo istinto era di prenderla sul personale».
La differenza tra i due titani del cinema viene sottolineata da quelli che diversi operatori cinematografici di lungo corso in Nuova Zelanda hanno definito "i due incidenti del tè". Anni fa, in Gran Bretagna, durante la lavorazione di Alien Cameron, arrabbiato perché la troupe si era presa una pausa, rovesciò a calci un carrello del tè: episodio che ha continuato a perseguitarlo, anche perché lui stesso continua a raccontarlo. Al contrario Jackson, durante una produzione in cui non era chiaro chi nello staff avesse la responsabilità di portargli il tè, non volendo offendere nessuno continuò ad accettare tutte le tazze fumanti che gli venivano offerte da diverse persone.
Cameron ha dichiarato che i sequel di Avatar saranno quasi sicuramente girati negli studi di produzione di Jackson a Wellington, a circa 15 minuti di elicottero da Pounui. Gli effetti visivi saranno completati presso la vicina Weta Digital, di proprietà di Jackson e dei suoi partner, mentre il lavoro di motion-capture continuerà a essere curato in California. Avatar 2 non sarà pronto prima del 2015 o forse più tardi, anche se i dirigenti della Fox avevano previsto l’uscita per il 2014.
Jackson si è detto entusiasta della decisione di Cameron di mettere radici in Nuova Zelanda. "Ora forse potrò finalmente andarmene a passeggiare sulla spiaggia" ha dichiarato sorridendo, con un chiaro riferimento alla pressione cui si sente sottoposto di produrre kolossal a ritmo incalzante con la sua attività cinematografica e di effetti speciali presso gli studi di Wellington. "Non sono qui per competere con Peter" ha risposto Cameron. "Desidero dare tutto l’aiuto che posso" e ha aggiunto di volere emulare Jackson, magari costruendo nuovi impianti più a nord, ad Auckland.
Per ora Cameron non si è ancora mosso dalla sua abitazione vicino a Santa Barbara, in California, dove sta lavorando ai copioni dei sequel di Avatar. Prevede di trasferirsi a Pounui durante l’autunno dell’emisfero nord, quando in Nuova Zelanda inizia la primavera, per proseguire con la scrittura e permettere ai familiari di abituarsi a un posto, che diventerà la loro casa per almeno 6 mesi all’anno. Cameron, originario del Canada, non esclude neppure di chiedere la cittadinanza neozelandese. "Mi sento legato a questi luoghi fin dal 1994" ha spiegato. Quell’anno Cameron, dovendo districarsi nella difficile organizzazione di un viaggio in Antartide, si appartò per settimane sull’Isola del Sud e ne approfittò per fare qualche giro che gli ha permesso di conoscere il paese. "Le persone erano educate e gentili" ha dichiarato.
© 2012 New York Times News Service