Lifestyle
October 16 2015
Si sarebbero potute permettere di dirlo mostri sacri come Emma Watson, Kate Winslet o al massimo Maryl Streep, ma se a denunciare lo strapotere economico degli uomini ad Hollywood è una giovane e in gamba come Jennifer Lawrence c'è da togliersi il cappello davanti al suo coraggio.
La protagonista di Hunger Games infatti ha detto, senza troppi giri di parole, che non è possibile che ad Hollywood gli attori guadagnino minimo il 30% in più delle colleghe donne.
Lo sfogo è frutto dell'ormai celebre pubblicazione degli archivi della Sony da parte degli hacker. Lì, tra le altre cose, c'erano, nero su bianco i compensi ricevuti dai divi nel più recente passato.
Jen ha così scoperto che, nonostante la sua bravura e popolarità, quando è stata scritturata per American Hustle, ha ricevuto un compenso inferiore a quello, per esempio, di Jeremy Renner, Christian Bale e Bradley Cooper.
E così il venticinquenne premio Oscar ha preso la biro in mano e ha scritto una "Lenny Letter" alla newsletter di Lena Dunham.
"Quando ho visto la differenza delle cifre - ha rivelato la Lawrence - non mi sono arrabbiata con gli studios, ma con me stessa, perché ero stata così debole nel negoziare. Non mi sono messa a lottare per qualche milione in più, di cui onestamente non ho bisogno, grazie alla serie Hunger Games, a causa di un pregiudizio di genere. Non volevo apparire difficile o viziata, e quindi ho accettato quello che proponevano. Poi ho scoperto che invece i miei colleghi maschi non si facevano alcun problema a fare i difficili e i viziati".
In America, e non solo, le donne, a parità di mansione e bravura, sono meno pagate e più sfruttate ed è tempo che, da Hollywood in giù, le cose cambino, e anche in fretta.