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June 14 2017
Prima delle elezioni dell’8 giugno Blair aveva consigliato un trapianto ai militanti il cui cuore batteva per Jeremy Corbyn. E anche dopo la vittoria schiacciante sulla Lady di ferro May, visto da sinistra l’ex capo dei Labour, in riferimento al suo successore, non aveva tutti i torti.
Come un’ondata di populismo che vira verso l'estrema destra, o che le strizza, l’occhio Corbyn è quell’uomo anziano, rassicurante che parla alla pancia della gente e si rivolge con umiltà ai diseredati, a chi è stato tagliato fuori dalla globalizzazione e che non si riconosce più nei vari centrosinistra occidentali. E lo fa con un linguaggio pacato che cattura. Presta attenzione alle tasse universitarie, alla precarietà giovanile, ai disabili. Se potesse “divorzierebbe” della monarchia, farebbe uscire il Regno Unito dalla Nato, nazionalizzerebbe ferrovie, gas ed energia, aumenterebbe le tasse ai ricchi. Ma c'è ben altro.
Sugli aspetti economici Corbyn però guarda in casa, odia appunto la globalizzazione e si avvicina spaventosamente alla linea di Trump in una realtà occidentale che, fino ad ora, è stato incapace di nominare un populista anti-establishment.
Non va dimenticato inoltre che Corbyn in passato ha dato il suo appoggio a organizzazioni terroristiche come Ira, Hamas e Hezbollah giustificandone la “simpatia” come un “cercare la pace”, ma incarnando perfettamente il pensiero l’establishment radical chic della sinistra inglese. Come riporta il Sunday Times “Corbyn nel 2014, mentre era in viaggio in Tunisia, depose una corona di fiori sulla tomba di Atef Bseiso, funzionario dell'Olp e capo dell'intelligence palestinese negli anni Settanta”, colui che prese parte alla strage di Monaco, quando i terroristi palestinesi uccisero gli atleti israeliani alle Olimpiadi del 1972.
Il leader dei laburisti ha un debole per Hugo Chavez presentato come uomo di successo. Nel 2013 aveva twittato: “Grazie Hugo Chavez per aver dimostrato che povertà e ricchezza possono essere condivisi”. Lo scorso novembre, Corbyn aveva invece ricordato il dittatore comunista Fidel Castro come “un campione della giustizia sociale”.
È noto che Corbyn abbia partecipato a marce di protesta contro l’ambasciata americana a Londra e che la sua visione politica dell’anti-americanismo sia pari alla sua simpatia per il presidente russo Vladimir Putin. Tutto qui?
Se si torna nel Regno Unito le sue posizioni riguardo alla Brexit non sono delle più limpide. Non pochi laburisti infatti lo accusano di aver contribuito, anche se indirettamente, al successo del “leave” proponendosi come contrario al divorzio, ma all’acqua di rose. Conquistando un po’ tutti, stanno un po' al centro. Come un populista, ma di sinistra.