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Non solo J.K. Rowling: grandi autori col vizietto dello pseudonimo

Arriverà anche in Italia il prossimo 4 novembre, edito da Salani, Il richiamo del cuculo , nuovo romanzo di J.K. Rowling scritto sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith . La mamma di Harry Potter, dopo aver sconfinato nella letteratura per i più grandi con Il seggio vacante , ha provato a pubblicare qualche tempo fa in incognito The Cuckoo’s Calling, tentando di sfuggire alle grandi aspettative legate al suo nome. Ma appena la cosa è venuta a galla sono bastate poche settimane perché le vendite si impennassero e arrivasse un’edizione anche nel Belpaese.

La Rowling – al di là della quasi ovvia strategia commerciale – è però solo l’ultimo esempio di come a volte scrittori estremamente noti provino, per ragioni diverse, a smarcarsi dal proprio nome. Ecco alcuni dei casi più famosi.

Agatha Christie – Adottò il nome di Mary Westmacott per sei romanzi rosa, scritti tra il 1930 e il 1956, come Ritratto incompiuto (Mondadori). Nella sua autobiografia confessò di aver voluto uscire un po’ dal solito ruolo di giallista.

Stephen King – Il Re nel 1977 si nascose dietro la falsa identità di Richard Bachman per testare le proprie capacità di successo anche senza metterci la propria firma, all’epoca già ricercatissima grazie a Carrie. Tra i successi marcati Bachman citiamo il bellissimo L'uomo in fuga (Sperling & Kupfer).

Fernando Pessoa – Il grande poeta portoghese assunse gli pseudonimi di Álvaro de Campos, Riccardo Reis, Alberto Caeiro e Bernardo Soares. Spiegò così queste scelte, in una lettera del 1935: “L'origine dei miei eteronimi è il tratto profondo di isteria che esiste in me. [...] L'origine mentale dei miei eteronimi sta nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione. Questi fenomeni, fortunatamente, per me e per gli altri, in me si sono mentalizzati; voglio dire che non si manifestano nella mia vita pratica, esteriore e di contatto con gli altri; esplodono verso l'interno e io li vivo da solo con me stesso”.

George Simenon – L’iper-produttivo giallista belga detiene il primato di nomi falsi. Pare siano circa una trentina gli pseudonimi accertati che ha assunto durante la sua lunga carriera, tra i quali il più utilizzato è Georges Sim, ricorrente anche nelle versioni Georges Simm, G. Sim, Geo Sim o semplicemente Sim.

Joyce Carol Oates – Controparte femminile di Simenon per quanto riguarda il grande numero di opere pubblicate, l’autrice statunitense si è però limitata a soli due alter ego: Rosamond Smith e Lauren Kelly.

Charles Dickens – L’autore di David Copperfield iniziò la carriera di scrittore come cronista. È sui giornali che cominciò a scrivere i suoi primi racconti di vita urbana sotto lo pseudonimo di Boz, probabilmente il nome di un animale di casa Dickens.

Michael Crichton – Quando era un giovane studente di medicina iniziò a scrivere romanzi sotto i falsi nomi di John Lange e Jeffrey Hudson; tra questi In caso di necessità , edito da Garzanti.

Romain Gary – L’autore francese è l’unico a essere riuscito a ottenere un premio (il Goncourt) sia con il suo nome che con il suo pseudonimo, Émile Ajar. Tra l’altro il suo vero nome era Roman Kacew, col quale scrisse un solo romanzo negli anni Trenta.

Charlotte Bronte ed Emily Bronte – Assunsero rispettivamente i nomi di Currer Bell e Ellis Bell all’inizio della loro carriera, nell’Inghilterra Vittoriana, epoca non facile per la creatività femminile.

Anne Rice – L’autrice di Intervista col vampiro ha firmato anche due romanzi come Anne Rampling e la cosiddetta The Beauty Series come A.N. Roquelaure.

Isaac Asimov – Il maestro della fantascienza ha assunto il ruolo di Paul French per il famoso ciclo di Lucky Star, serie destinata a lettori adolescenti, il primo romanzo della quale è il noto Lucky Starr, il vagabondo dello spazio , del 1952 (Mondadori)

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