Jovanotti, i concerti negli stadi in un libro

«Io salgo sul palco con la voglia di far stare bene chi viene a sentirmi, di farli divertire. Mi piace pensare che andranno a casa contenti e magari anche un po' stupiti. Ecco perché ogni volta voglio portare in giro un grande spettacolo innovativo e molto forte, qualcosa di mai visto prima, qualcosa di veramente rock'n'roll». A parlare è Lorenzo Cherubini che si racconta nel libro del giornalista Massimo Poggini, Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi (Mondadori).

Un libro che è un diario di viaggio attraverso le tappe del tourLorenzo negli stadi: l'intera estate del 2015 dedicata al live. E a quella magia, pensata, cercata e creata in ognuna delle 13 date sold out che hanno scandito il ritmo di questa avventura.

Si parla di Napoli, data storica in cui Jovanotti voleva rendere omaggio a Pino Daniele sul palco montato nello stadio San Paolo. Un'emozione accolta dal pubblico con clamore perché sul palco, insieme a Lorenzo, sono comparsi James Senese al sax e Eros Ramazzotti per eseguire insieme la mitica Napule è: 40mila spettatori cantano tra le lacrime di commozione. «La sera, il catino del San Paolo è rovente», si legge nel libro, «Sono tutti bagnati esattamente come quella mitica notte di ventuno anni fa, quando Pino espugnò per la prima volta lo stadio della sua città, affiancato da Eros e Jovanotti. Quel tour si chiamava Pino Daniele-Jovanotti-Eros Ramazzotti in concerto nel 1994».

Poi c'è la storia del palco, pensato e progettato per un anno intero: «Avevo in mente i grandi palchi dei concerti che mi hanno fatto impazzire, come i giganteschi spazi degli U2 o gli spettacoli tipo quelli di Springsteen. Insomma, quella cosa che riesce a trasformare lo stadio in uno spazio intimo dove è possibile il contatto», spiega Lorenzo, «Ho lavorato sull'idea di un palco molto colorato (...). In un momento come questo il mio desiderio è quello di evocare la fantasia», conclude. E in effetti il palco, disegnato da Giancarlo Sforza e realizzato da Franco Comanducci, ha una storia particolare. La racconta Sforza: «Nasce da un'immaginina a bassissima risoluzione di un fulmine», spiega, «Come sempra Lorenzo mi inondava di input: la foto di un tubetto di dentifricio, di un aeroporto, di un'astronave, di una scatola da scarpe. Ma quell'immagine mi acchiappò immediatamente».

E Milano, descritta con queste parole: «Ci sono serate magiche, di quelle che nascono sotto una buona stella e che uno ha voglia di ricordare a lungo. (...) Energia pura, divertimento, emozione». La data è il 26 giugno, secondo concerto a San Siro. E poi, tutte le altre date, tra aneddoti e geografie urbano-musicali. Insomma, un viaggio nel viaggio, perfetto per chi c'era e ottimo per chi invece quei concerti li ha persi.

Massimo Poggini, Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi, Mondadori, 19 euro.

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