Juve, la maledizione del top player

Chissà se Marotta ha maledetto le parole pronunciate quel giorno. Era il 25 maggio 2011 e la Juventus aveva appena concluso la stagione settima in classifica e fuori da tutto. Una delusione e un'estate davanti per correggere gli errori, prima di tutto un mercato bulimico ma senza qualità. Fu quel giorno che Marotta disse: "Tutti i grandi calciatori che abbiamo sondato hanno dato la propria disponibilità a trasferirsi a Torino anche se non andremo in Champions League". La caccia al top player bianconero è nata quel pomeriggio e quindici mesi dopo si è trasformata in una vera e propria maledizione.

Van Persie è solo l'ultimo dell'elenco dei colpi sfumati. Non sempre per colpa dei dirigenti juventini, sia chiaro. A volte le imprese erano obiettivamente impossibili. Però i tifosi hanno assistito prima speranzosi e poi scettici allp shopping compulsivo di Marotta e Paratici su tutti i grandi attaccanti che potessero ritenersi liberi sul mercato con esiti a volte surreali. In mezzo c'è uno scudetto che ovviamente pesa tantissimo, ma c'è anche, all'inizio di questa estate, la riproposizione del progetto top player. Ascoltate Andrea Agnelli il 1° giugno 2012: "Due anni fa sarebbe stato inutile. C'era da costruire la casa ed è inutile metterci la tv al plasma". Adesso però...

Adesso che anche Van Persie è sfumato, però, viene voglia di girarsi indietro e fare l'elenco dei sogni con brusco risveglio. L'estate scorsa furono nell'ordine di apparizione Robben, Ribery, Nani, Higuain (insieme a Diarra), Pepito Rossi e il Kun Aguero. Proprio lui, il genero di Maradona che ha regalato la Premier al Manchester United. La Juve lo ha avuto in pugno per un mese. Trattativa lunghissima, un milione di qua e uno di là, clausole da limare fino all'ingresso in scena dello sceicco.

Forti dell'esperienza a Torino ci hanno riprovato quest'estate. L'elenco? Higuain, Suarez (ha rinnovato con Liverpool), Jovetic (incedibile malgrado la clausola), Tevez (Manchester City o Milan), Cavani (sogno da 40 milioni di euro mai veramente avvicinato), Falcao (sogno inavvicinabile), Ramirez (finirà in Premier), Lewandowski (ricordate? Conte si scomodò per seguirlo agli Europei) e Destro.

Resta ancora qualche fiches da giocare su Llorente in rotta con l'Athletic Bilbao e magari su Dzeko, altro nome forte delle estati bianconere. Doveva arrivare quando era al Wolfsburg e ancora un anno fa. Adesso è ancora lì con Marotta che non molla: "Dipende dalla situazione in attacco del City". Niente in confronto al leggendario titolo a tutta pagina di Tuttosport del 2 gennaio 2009: 'JUVE-MESSI, SOGNO POSSIBILE'. Marotta non aveva ancora pronunciato la frase portasfiga, però per qualche giorno il mondo Juve ci aveva creduto tanto da autorizzare un altro titolone di apertura: 'TUTTO IL MONDO PARLA DEL SOGNO JUVE' con i tifosi pronti ad autotassarsi.

Messi non è arrivato e gli altri nemmeno almeno per il momento. Il termine top player è via passato di moda alla Juventus, accolto quasi con fastidio. John Elkann a inizio estate: "Il top player è la squadra". Ancora Marotta a maggio 2012: "La novità è un appeal diverso. Alcuni grandi giocatori sono disponibili mentre l'anno scorso abbiamo avuto difficoltà". Un mese dopo: "Non abbia bisogno di top player o di star". Fino alla capitolazione di Pechino con in mano la Supercoppa: "Abbiamo già dei top player in squadra come Asamoah. Dobbiamo guardare al mercato cercando giocatori che non siano utopie ma cose concrete e conciliare anche le nostre disponibilità".

Parole sante. L'utimo giro di valzer ha derubricato il termine 'top player' voce scambio tra Pazzini e Quagliarella o ancora valutazione delle offerte per Nenè, Negredo o Hernandez. Per fortuna è quasi finita. Ma se quel giorno Marotta fosse stato zitto...

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