Juventus-Allegri, si fa presto a dire accordo e «giusta causa»

di Davide Valsecchi, avvocato, esperto di diritto del lavoro

Da giorni si parla del caso Allegri-Juventus, giorni in cui si sono rincorse notizie e conferme di ogni tipo fino alla comunicazione circa il raggiungimento di un accordo fra l’f.c. Juventus e l'ex allenatore a fronte dell’esonero di quest’ultimo dopo la vittoriosa (ma, più che altro, tumultuosa) notte romana in cui i bianconeri hanno steso l’Atalanta nella finale di Coppa Italia.

Bocche cucite da parte dei diretti interessati, ma trapela che, di comune accordo, la “vecchia signora” e “acciughina” avrebbero scelto di evitare ulteriori tappe in tribunale. Quasi a dire : lo spettacolo andato in scena all’olimpico non e’ stato dei più edificanti, ma e’ stato viziato da un eccesso di adrenalina. adesso, poiché siam signori, ci mettiamo una pietra sopra e, rispettosi dei reciproci ed assai soddisfacenti trascorsi (Massimiliano Allegri, alla fin fine, e’ stato uno degli allenatori più vincenti del club e non può certo essergli imputato di non aver centrato quel trofeo che, da decenni, rappresenta l’autentica ossessione della squadra più blasonata dello stivale), facciamo pace.

Proprio così : “facciamo pace” ! Dopo – si dice – un licenziamento per “giusta causa”; dopo che i rispettivi legali si sarebbero impegnati in una “lettera di contestazione” (foriera degli “addebiti”) e discendenti “giustificazioni” (rappresentative delle asserite ragioni del mr.) Può essere. si tratterebbe del finale più logico e rispettoso, ma vien (ragionevolmente) da pensare che avvocati (e fiscalisti), anche in ordine alla pace inter partes, possano aver detto la loro senza aver abbandonato la scena, ma avendola, piuttosto, magistralmente orchestrata. Come?

Allegri, alle dipendenze di f.c. Juventus, avrebbe avuto un altro di contratto. euro più euro meno, 7 milioni “netti” l’anno (+ bonus + il suo staff) per una spesa complessiva, largo circa, di 10 milioni. Ai “netti” – particolare non esattamente indifferente – avrebbero poi dovuto sommarsi, a carico dell’f.c Juventus, il versamento di oneri contributivi e previdenziali sullo stipendio / sugli stipendi, che, anche in questo caso largo circa, avrebbero determinato in capo al club un costo pari 20 milioni.

Quindi ?!

Beh, generalmente, quando due parti (un datore di lavoro e un lavoratore) si pacificano in una situazione quale quella in commento, questo avviene : il rapporto di lavoro si considera concluso al momento del licenziamento; da quel dì cessano le reciprioche obbligazioni (e cioè il mister cessa di allenare e la società di pagargli lo stipendio); il datore di lavoro, per favorire la pace, riconosce però al lavoratore un cd. “incentivo all’esodo” (tradotto : “se te ne vai, ti pago”).

Ecco, quest’ultimo – l’”incentivo all’esodo” – e’, ex lege, esente da oneri contributivi e previdenziali e sconta un’aliquota (preferenziale), il che, a conti fatti, potrebbe aver significato, a monte, il risparmio di diversi milioni di euro (gli oneri contributivi e previdenziali) per l’f.c. Juventus.

In altre parole, un piccolo capolavoro di “strategia” : Allegri ha concluso anzi tempo il suo rapporto contrattuale con l’f.c. Juventus; qualche soldino (lo stipendio “netto”) lo ha portato o lo porterà a casa; l’f.c. Juventus, con il “risparmiato”, si sarebbe garantita l’ingaggio del prossimo allenatore, Thiago Motta. apparentemente : una “giusta causa”.

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