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Giuseppe Chiné (ImagoEconomica)
Calcio

Juventus, ecco cosa contiene la "Carta Covisoc bis"

Questa volta non c'è stata alcuna battaglia legale. E' bastata una richiesta scritta da parte dei legali di Fabio Paratici, ex capo dell'area sportiva della Juventus, per chiudere il cerchio e far sì che la Figc consegnasse senza alcuna opposizione anche la nota 1440/2021, quella citata come oggetto di riscontro nell'ormai celebre Carta Covisoc che gli uffici di via Allegri hanno dovuto rendere nota alle difese dopo un anno di tira e molla e dopo aver perso ricorso al Tar del Lazio e (per la sospensiva) al Consiglio di Stato. La richiesta di vedere anche questo incartamento era sorta immediatamente dopo aver scoperto che la nota 10940 del 14 aprile 2021 altro non era che una sorta di riassunto sulla giurisprudenza in materia di plusvalenze nei club professionistici, senza alcuna citazione particolare di presunte 'notitiae criminis' e senza alcun riferimento alla Juventus, ma come risposta a una precedente interrogazione da parte della Covisoc, il 31 marzo.

C'erano dunque dentro questa 'Carta Covisoc bis' gli estremi per retrodatare l'inizio del conteggio dei termini entro i quali la Procura Figc aveva l'obbligo di aprire un fascicolo di inchiesta? La risposta è no. Si tratta di due pagine in cui la Covisoc, che è l'organo di vigilanza sui bilanci delle società professionistiche, segnala al procuratore Giuseppe Chiné l'esistenza di "situazioni gestionali" che "meritano un attento monitoraggio anche nella prospettiva di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi Figc". In sostanza, ma senza citare alcun caso specifico, gli ispettori contabili della federazione avvisano di aver riscontrato nel loro monitoraggio una tendenza preoccupante con "tratti concettuali ed operativi idonei ad incidere sui fondamentali dei bilanci".

In particolare nel mirino ci sono operazioni di compravendita dei calciatori che, "pur concluse per prezzi significativi" nella realtà "comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli)" perché regolati attraverso compensazione. Il che minimizza o azzera i flussi di cassa e fissa prezzi di compravendita "su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese e intellegibile" provocando "opacità informativa" cui bilanci stessi.

La Covisoc informa la Procura Figc di aver effettuato "un'analisi (riferita agli ultimi due esercizi)" sugli effetti di questo modo di operare arrivando alla conclusione che il player trading ha generato "copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali" ma al contempo "abbia generato pochissima liquidità". Fenomeno che preoccupa e che ritenere la Covisoc che possa sussistere "la possibilità che si stia determinando una sostanziale divergenza fra il prezzo pattuito e il valore dei diritti compravenduti".

Il presidente della Covisoc parla poi anche di questioni legate alla "rivalutazione del parco calciatori" e conclude auspicando un tavolo di lavoro comune "al fine di condividere i termini delle analisi sinora condotte" e di "valutare l'adozione di opportune iniziative strategiche circa i menzionati fenomeni". Il tavolo di lavoro si forma il 7 aprile successivo e, da quanto sostiene la Figc, si tratta di un incontro informale di cui non esiste alcuna traccia sotto forma di verbali e nel quale non si fa altro che discutere di cosa preveda la giurisprudenza in quel momento, che è poi quanto viene riportato quasi come riassunto nella nota 10940 del 14 aprile finita al centro dello scontro tra i legali e la Figc.

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