Calcio
October 19 2020
Paulo Dybala si sta lentamente trasformando da risorsa a problema per la Juventus di Andrea Pirlo, così come lo era stato per l'ultima di Allegri che, non trovandogli una collocazione tattica certa, aveva battezzato per lui il ruolo di "tuttocampista". Non attaccante, non trequartista e nemmeno esterno. Risultato: un'estate sul mercato, ceduto due volte a Manchester United e Tottenham e alla fine rimasto perché le vie delle trattative sono infinite e non sempre portano all'esito desiderato. Quindi Maurizio Sarri lo ha rimesso al centro del villaggio ottenendo da lui gol e giocate decisive sulla strada del nono scudetto consecutivo, ma ora che in panchina c'è Pirlo le cose si sono di nuovo complicate.
Lo sfogo di Dybala a Crotone dopo l'ennesima panchina a zero minuti, con l'aggravante di una trasferta pesante affrontata per volere del tecnico pur avendo alle spalle la faticosa sosta delle nazionali e un malessere fisico da smaltire, rischia di diventare il casus belli con implicazioni anche contrattuali. Perché il legame tra l'argentino e i bianconeri ha una data di scadenza certa (30 giugno 2022) e anche se ufficialmente le parti dialogano per il rinnovo, che tutti vogliono, non è detto che la strada sia in discesa. Anzi. Dybala non è contento di come stanno andando le cose e non riuscire a farsi riconoscere lo status di punto di riferimento di una rosa che ad oggi ruota intorno a Ronaldo e che nel frattempo si è arricchita di altri pezzi da novanta anche dal punto di vista dell'ingaggio.
I punti di partenza della trattativa sono distanti ma non sarebbero inconciliabili per la 'vecchia' Juventus, quella della fase espansiva. Siccome Agnelli, in piena crisi Covid e con i conti sotto stress come la stragrande maggioranza del calcio europeo, ha chiesto ai suoi "creatività" e di tagliare il monte stipendi, ecco che il mix può diventare letale sulla strada del rinnovo. Il tema è abbastanza semplice da declinare: se la Juventus non ritiene Dybala uno dei due-tre punti di forza della squadra nei prossimi anni, allora immaginare un nuovo contratto a due cifre (dai 10 milioni netti, bonus compresi, a salire) è un lusso che il club non si può permettere.
E se, invece, la scelta è quella di legare il nuovo ciclo a Dybala, allora vanno prese altre decisioni radicali e anche sofferte. Un'altra via non c'è, anche perché l'argentino rappresenta una delle chance migliori per Paratici e per gli uomini mercato di fare quella plusvalenza salva bilancio attesa nei prossimi mesi, in linea con la strategia della società che dal 2016 ne ha realizzate per oltre mezzo miliardo di euro e solo nell'ultima stagione per 166 milioni.
Il tempo corre e i segnali del bivio che si avvicina sono sempre più chiari. Non è detto che il futuro di Dybala sia necessariamente lontano dalla Juventus, ma il malumore e la mancanza di una netta accelerazione in area contratto sono da monitorare con attenzione così come le scelte di Pirlo. Che proverà a inserire Dybala nel suo meccanismo, ma deve fare lo stesso con Morata, Kulusevski e Chiesa senza dimenticare gli altri di una rosa sovrabbondante sugli esterni e in cerca di equilibri tattici fin qui solo intravisti.