La Juventus degli esuberi costa 50 milioni in stipendi

Da Szczesny a Chiesa, passando per Arthur e l'insospettabile Djalo. Dieci spine di mercato che Cristiano Giuntoli dovrà essere bravo a rimuovere una alla volta entro la fine del mese di agosto, chiusura della sessione estiva, così da liberare spazio in rosa e nei conti agli ultimi acquisti di una campagna di rinforzo fin qui faraonica (oltre 100 milioni di euro) ma ancora incompleta. Le parole con cui Thiago Motta ha ufficializzato lo steso di "fuori dal progetto" per Chiesa e per gli altri hanno fatto cadere quel sottile velo di ipocrisia alzato dallo stesso direttore dell'area tecnica nel giorno della presentazione della stagione.

"Volevo precisare su presunti fuori rosa e varie: tutti i giocatori fanno parte della Juventus e sono tutti bravi giocatori e ragazzi straordinari. Le considerazioni le faremo a fine mercato, ci saranno ancora sviluppi" aveva tuonato Giuntoli lo scorso 18 luglio. Bugia pietosa. Due settimane più tardi il quadro è emerso con chiarezza e non è dato sapere se si sia trattato di una mossa strategicamente necessaria o azzardata.

In ogni caso, la squadra degli esuberi da piazzare sul mercato con passare delle settimane si è trasformata, come logico, da potenziale tesoretto a problema spinoso. Costa tanto in termini di ingaggi e in molti casi alla Juventus basterebbe anche solo liberarsi dell'incombenza delle buste paga senza immaginare ricavi da cessioni. Il conto è di 45 milioni di euro lordi che diventano 50 se si inserisce anche l'undicesimo esubero, per ora col punto di domanda, che risponde al nome di Milik.

Tanti soldi, troppi per chi deve tagliare monte stipendi e ammortamenti cartellini per mission aziendale, visto che anche il bilancio 2024 si è chiuso con un profondo rosso vicino ai 200 milioni di euro. In cima alla classifica degli ingaggi inutilizzati c'è il portiere polacco Szczesny: 12 milioni lordi ad oggi in vacanza forzata dopo il tramonto delle ipotesi Monza e Arabia Saudita. Poi il nodo Chiesa: 9,2 milioni con scadenza 2025 e il sospetto che voglia arrivare alla fine del contratto per sistemarsi tra un anno (firma a febbraio) a piacimento. Il prezzo del suo cartellino è sceso rapidamente dai 30-35 di giugno ai 20 di oggi e potrebbe ancora calare.

Difficile da piazzare anche lo stipendio di Arthur di ritorno dalla Fiorentina: 6,5 lordi godendo del Decreto Crescita. Anche in prestito, facile che la Juventus debba accollarsene una parte. A seguire i 3,3 (lordi) di McKennie, che si è messo di traverso rifiutando il West Ham nell'operazione Douglas Luiz, e Kostic. Costano un po' meno di Rugani (3,7) che ha rinnovato in primavera altrimenti sarebbe scaduto il 30 giugno scorso ma che Thiago Motta non considera per la sua difesa.

Curiosa anche la parabola del francese Djalo (4,6 milioni lordi), strappato in gennaio all'Inter quando ancora era in fase di recupero da un grave infortunio, mai utilizzato e ora inserito in mille ipotesi di scambio. Più leggero lo stipendio di uno degli ultimi fedelissimi di Allegri come De Sciglio (2,8) e quasi irrilevante quello di Nicolussi Caviglia (0,3), uno dei titolari nella finale di Coppa Italia vinta contro l'Atalanta.. Se si aggiungono i 4,6 di Milik si arriva a quota 50 tondi.

Questo il quadro. Alcuni giocatori sono più vicini all'uscita di altri anche se i tre più costosi rappresentano anche i nodi più difficili da sciogliere per Giuntoli che fin qui ha venduto molto bene, ma che ora è chiamato ad alzare il livello. Le parole di Thiago Motta hanno certificato la situazione e da qui in poi, a maggior ragione, chi si accosta a questi nomi saprà di avere il coltello dalla parte del manico.

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