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ANSA/ANDREA DI MARCO
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Juventus contro Inter: ecco perché è tornata la rivalità

Follow the money, segui i soldi. L'unica regola da utilizzare per capire perché improvvisamente si sia riaccesa la rivalità tra Juventus e Inter, uno scontro che oggi non è di campo (troppo distanti i bianconeri), ma che presto si sposterà dagli uffici delle due società all'aspetto tecnico.

La Juventus domina il calcio italiano da otto anni, l'Inter lavora per insidiare questo primato. E adesso, con la fine dei vincoli del settlement agreement Uefa e il ritorno nella ricca elite della Champions League, con Suning punta a fare il salto finale e a sfidare la famiglia Agnelli suo terreno.

Ecco perché dal ritorno della vicenda Calciopoli (a marzo i nuovi ricorsi della Juventus sull'assegnazione dello scudetto 2006 saranno discussi), alle strategia di mercato fino ai casi Dybala e Icardi, la temperatura sull'asse Milano-Torino è tornata ad alzarsi. 

Seguire i soldi per avere la risposta. Fare un salto indietro nel tempo, misurare strategia e potenzialità, mettere in fila nomi e numeri. Con la suggestione della presenza di Marotta all'Inter, uno che la macchina Juve la conosce alla perfezione e che ha una grande voglia di rivalsa come dimostrato anche dal botta e risposta a proposito del futuro di Icardi.

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Tutti gli scontri tra Inter e Juventus

Parlare oggi di confronto tecnico è impossibile, lo certificano i numeri: nell'era Suning (2016) la Juventus ha fatto 72 punti in più dell'Inter in campionato. In cento partite tonde tonde. Come aver giocato una stagione in più rispetto ai rivali in un arco di tempo tutto sommato contenuto. E il gap non si è ristretto nemmeno quest'anno malgrado gli investimenti in casa nerazzurra.

Eppure negli ultimi mesi i segnali della ritrovata rivalità si sono visti chiaramente. Intanto la rapidità con cui Steven Zhang ha messo sotto contratto Marotta lasciato libero dalla Juventus, dimostrando con i fatti di voler seguire la strada tracciata dai rivali. Poi le prime strategie di mercato coincidenti, dalla corsa al parametro zero (Godin e Ramsey con tentativo di inserimento di Marotta) all'attenzione ai giovani più forti, campo in cui la Juve ha avuto fin qui mano libera.

Agnelli ha rispolverato Calciopoli dopo anni di silenzio (operoso) riportando la vicenda dell'assegnazione dello scudetto 2006 all'Inter al centro dell'agenda sportiva. Quindi si è arrivati alle stilettate di mercato, alle frasi su Icardi da parte di Paratici che non sono piaciute a Milano e alla risposta piccata firmata Marotta. Due che si conoscono bene e che hanno qualcosa da chiarirsi reciprocamente al di là della stima immutata.

Juventus e Inter, soldi e crescita

Seguire i soldi spiega, però, perché l'Inter stia diventando la rivale più accreditata e sia quasi pronta a sfidare l'avversaria anche in campo. La Juventus sta progettando il futuro e l'operazione Ronaldo servirà proprio a questo: un acceleratore di fatturato e appeal commerciale con cui Agnelli conta di agganciarsi al treno delle big d'Europa in vista della rivoluzione che dal 2024 disegnerà nuovi format e scenari nel calcio del Vecchio Continente.

Il rinnovo al raddoppio con Adidas firmato anche grazie alla presenza del portoghese e l'emissione del prestito da 175 milioni di euro che ha consentito di trovare soldi sul mercato sono tasselli di un puzzle che va componendosi e che proietta i bianconeri fuori dal sistema Italia. L'Inter si trova al piano di sotto, ma ha potenzialità per inseguire la rivale, soprattutto adesso che i vincoli del Fair Play Finanziario Uefa si faranno meno stringenti.

Quanto pesano oggi Juventus e Inter

Oggi la Juventus è una società che fattura una volta e mezza l'Inter: 504 contro 347 milioni di euro. Ha lo stadio di proprietà e l'area della Continassa in cui sta sviluppando altro business. Suning accelera sul progetto nuovo San Siro e insieme al Milan vuole fare la stessa cosa intorno all'impianto del futuro.

Differenze che si riflettono sulle possibilità di spesa e investimento sulle rispettive squadre. La Juventus paga 233 milioni in stipendi ai suoi tesserati (e con Ronaldo il conto è salito), l'Inter si ferma a 119 e al 30 giugno scorso la cosiddetta 'potenza di fuoco' data dalla somma di ingaggi e ammortamenti era di 207 milioni contro i 341 della Juventus. Difficile competere con questo squilibrio.

Attenzione, però, perché i numeri dicono anche altro. Intanto che il modello gestionale dell'Inter pre-Marotta lascia margini di manovra in crescita. Come? Ad esempio cominciando a vendere anche i top player per reinvestire e aumentando l'incidenza della 'potenza di fuoco' rispetto al fatturato; a Torino è del 67% - valore costante in questi anni - mentre a Milano non arriva al 60%.

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L'Inter di oggi come la Juventus del 2015

Discorsi difficili da digerire per il tifoso medio, ma che portano dritti a un paragone suggestivo e indicativo. L'Inter di oggi è molti simile alla Juventus del'estate 2015. Stesso fatturato totale (347 contro 348 milioni), minor uso di plusvalenze (58 contro 114) e potenza di fuoco utilizzata con maggior prudenza (207 contro 233), anche per rispettare i dettami dell'Uefa.

Steven Zhang ha detto che, fuori dal settlement agreement, l'Inter potrà muoversi più liberamente. Non significa la possibilità immediata di andare a prendere un top player, ma certamente Marotta avrà mandato di agire sulla doppia leva: aumentare i ricavi anche dal mercato, sfruttare i vantaggi della presenza costante in Champions League, alzare il peso di ingaggi e ammortamenti sul bilancio.

La ricetta Juve con tre anni di ritardo. Nell'estate del 2015 a Torino partirono Tevez e Vidal ed arrivarono Dybala, Khedira, Mandzukic e Alex Sandro con in più il prestito di Cuadrado. Un mercato che pesò per 114 milioni di euro sul bilancio del club e garantì un nuovo salto di qualità, quello che l'Inter è pronta a fare e che riaccende la rivalità sull'asse Milano-Torino.

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