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September 20 2017
E' solo la quinta giornata del campionato, ma la Serie A ha già trovato i suoi padroni. Nessuna sorpresa, visto che Juventus e Napoli erano indicate come favorite e stanno rispettando i pronostici. Però fa effetto vederle già là sopra alle antagoniste, proiettate verso un lungo duello che a maggio determinerà la vincente.
Sarà il caso di cominciare a segnarsi le date sul calendario: 1° dicembre al San Paolo e 22 aprile all'Allianz Stadium. Se le creature di Sarri e Allegri manterranno questa continuità di rendimento è probabile che lo scudetto si decida in quei 180 minuti. Quasi uno spareggio andata e ritorno.
Il blitz più pesante della giornata lo ha firmato certamente il Napoli andando a sbancare l'Olimpico contro la Lazio che in un mese aveva battuto Juventus e Milan. Vittoria favorita dagli infortuni che hanno falcidiato la difesa di Inzaghi, ma il secondo tempo della squadra di Sarri passata dallo 0-1 al 4-1 è di quelli che restano negli occhi.
Per una volta niente turn over e dentro tutti i titolarissimi di un attacco che non finisce di stupire. Con il poker alla Lazio i gol segnati sono diventati 19 con una media di quasi 4 a partita (uno ogni 23'). Il Napoli è leader in tutte le classifiche che riguardano il gioco offensivo, dai tiri in porta (42) al possesso palla. Numeri da Barcellona, se non fosse che ogni paragone risulta irriverente se poi in Europa si assiste a cadute come quella con lo Shakhtar.
Malgrado le critiche di Sarri, che continua a lamentare una certa permeabilità della fase difensiva, anche dietro Reina e compagni si stanno sistemando. E le rimonte (già due contando anche quella con l'Atalanta) sono il marchio di fabbrica della convinzione nei propri mezzi.
Poi c'è Mertens, semplicemente straordinario. All'Olimpico ha segnato un gol alla... Maradona (e scusateci l'accostamento). E' il suo 6° in questa stagione (5 presenze) e il 31° nelle ultime 27 partite giocate in campionato da quando ha deciso che fare il centravanti è il suo mestiere. Guai a toglierlo. Il messaggio è arrivato forte e chiaro a Sarri.
Anche la Juventus ha il suo numero da celebrare ed è l'incredibile striscia casalinga arrivata a quota 40 partite senza sconfitte. Gli ultimi a uscire con il bottino pieno dallo Stadium sono stati i corsari dell'Udinese (23 agosto 2015): poi solo vittorie (37) e pareggi (3) con un tesoro di 114 punti su 120 potenziali che ha aiutato Allegri a scavare un solco tra sè e gli altri.
Non tutto luccica nel primato bianconero perché contro la Fiorentina c'è stata anche sofferenza e non è una novità di questo avvio di stagione. Nel complesso la rosa pare meno qualitativa dietro e non sempre Allegri potrà permettersi di giocare con Sturaro e Asamoah difensori esterni, ciò che oggi gli consegna la panchina.
Higuain è ancora lontano dall'uscita del tunnel, senza i lampi di Dybala il gioco non si accende e a valere sono alla fine rabbia, preponderanza fisica e abitudine mentale alla vittoria. Qualità sufficienti per fare la differenza in Italia, non in Europa. Ma questo è un altro discorso e la Juventus ha il tempo che serve per sistemare le cose. Il duello è solo appena cominciato.