Calcio
October 30 2024
La Juventus sa solo pareggiare e l'affezione al segno 'x' rischia di spegnere in fretta i sogni di gloria dei tifosi bianconeri. Anche il Parma è uscito dallo Stadium con il suo punticino, maledicendo la scarsa educazione del piede di Charpentier perché avrebbe anche potuto fare bottino pieno. E' vero che pure Yildiz e Locatelli sono andati a un passo dal gol vittoria, ma fa impressione pensare che la squadra di Thiago Motta sia stata sull'orlo di un clamoroso ko casalingo esattamente come a San Siro era stata sul filo di un'imbarcata prima della rimonta.
La classifica ora piange: i punti di distacco dal Napoli sono 7 che non significa nulla essendocene altri 84 in palio, se non che il tempo degli esperimenti deve necessariamente essere finito. La Juventus invece va col passo del gambero. A settembre era impenetrabile dietro e faticava a costruire; adesso è fragile ed esposta ai quattro venti mentre davanti continua a scontare la scarsa vena di Vlahovic e l'assenza di alternative. Per sua fortuna Conceiçao si sta caricando tutti sulle spalle, ma il quadro è preoccupante.
Qualche dato. Negli ultimi 270 minuti tra campionato e Champions League - nell'ordine Stoccarda, Inter e Parma - gli avversari dei bianconeri sono arrivati al tiro ben 53 volte di cui 25 in porta. Aver incassato solo 7 gol è quasi un'impresa e, infatti, tra i migliori ci sono stati Perin e Di Gregorio. E' come se improvvisamente tutto l'elogio dell'equilibrio fosse stato dimenticato.
Può essere che la causa sia l'infortunio di Bremer, ma il male sembra più profondo. In ogni caso, fino al momento della rottura del ginocchio del brasiliano era stato incassato un solo gol in 7 partite che sono diventati 10 nelle 6 successive. Danilo è in costante difficoltà, Gatti è stato ripescato dopo un lungo purgatorio e Kalulu alterna prestazioni super ad altre piene di omissioni.
Siccome Bremer non rientrerà fino a giugno e in attesa del mercato di gennaio (servono due rinforzi di peso, ma ci sono fondi dopo i 200 milioni spesi in estate?), Thiago Motta deve escogitare qualcosa che cambi il copione per non finire risucchiato nella zona a ridosso della vetta. Il calendario non lo aiuta perché propone la trasferta a Udine e il derby con il Torino prima della sosta e il viaggio a San Siro, casa Milan, subito dopo.
Un discorso a parte merita Vlahovic. Sarà anche stanco perché non ha cambi, ma lo status di giocatore più pagato della Serie A lo obbliga a fare meglio del poco messo in campo fin qui. La rete che si è divorato col Parma a due passi della porta sguarnita grida vendetta. Nessun allenatore, nemmeno il più bravo, sopravvive all'astinenza da gol del suo numero nove.