Kanye West e il surreale listening party al Forum

È esilarante e anche un po' tragicomico leggere le recensioni dell'evento di Kanye West al Forum di Milano. Iniziamo dai prezzi: dai 115 ai 207 euro per quello che era stato chiaramente annunciato come il listening party di Vultures 1, l'album di Kanye insieme a Ty Dolla $ign. Niente trucco e niente inganno, quindi.

Chiarito questo punto, quel che è andato in scena ad Assago è quanto di più lontano ci possa essere da un esibizione live e persino da un dj set, perché qui, al di là della scenografia e dell'impianto audio che spara musica sui presenti, non c'è nulla di vero, non si canta, non si sciorinano rime, e per carità, non sia mai, nemmeno si suona. Come scrive Andrea Laffranchi su Corriere "solo un telo cilindrico su cui vengono proiettate immagini live e il fumo artificiale a terra". A far numero arrivano anche altri protagonisti della scena rap americana: Playboi Carti, Rich The Kid, Quavo, Freddie Gibbs. Ovviamente, nessuno impugna un microfono per cantare o fare qualcosa di vagamente artistico.

Fin qui i fatti che portano inevitabilmente ad alcune considerazioni, la prima riguarda il pubblico. Scorrendo le cronache della serata si intuisce che, a parte i fan di stretta osservanza, quelli che c'erano erano lì più che altro per postare la loro presenza. Tradotto in altri termini, significa che andare ad uno spettacolo non ha come obiettivo la condivisione dell'esperienza con gli altri, ma l'affermazione via social della propria esistenza al posto giusto nel momento giusto. L'abusato "Io c'ero".

Detto questo, visto che molti hanno pagato per esserci, sorge qualche legittimo dubbio sul futuro della musica live come l'abbiamo conosciuta finora: Il rischio non sono gli ologrammi o gli avatar dei Kiss o degli Abba in sostituzione delle band reali, ma l'idea che un artista in carne ed ossa possa essere sul palco senza fare niente di artistico, nemmeno il minimo per considerare quello che fa una performance... Help!

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