La fisica oggi ci piace, finalmente

Gli appassionati di “The Big Bang Theory” (mi riferisco alla pluripremiata serie tv) sanno bene quanto la fisica possa regalare spunti di conversazione e buonumore. Ma Sheldon Cooper, seppur iconico e ineguagliabile, difficilmente reggerebbe il confronto carismatico con un personaggio (assolutamente reale) che ha mostrato a milioni di persone il fascino segreto e inaspettato della fisica: il professor Vincenzo Schettini.

Scordatevi le soporifere e impenetrabili lezioni di fisica tradizionali, formule imparate a memoria, vettori e leve da studiare senza capirne il perché. Da qualche anno i social hanno scoperto (o, meglio dire, lui si è fatto scoprire dai social), un professore che, con i suoi canali de La Fisica che ci piace, trasmette giornalmente agli studenti di tutta Italia (e anche a chi studente non lo è più), la passione e una nuova curiosità per una materia dai più considerata noiosa, segnando un vero e proprio spartiacque dell’insegnamento.

Festival di Sanremo, primi anni Ottanta: possiamo dire che inizia un po' tutto da lì e dallo spirito artistico, già particolarmente spiccato, di un bambino (cresciuto con la tivù) che si divertiva a ricostruire il proprio Festival, con i compagni di scuola, a cui faceva imparare le canzoni sanremesi, con tanto di giuria demoscopica!

In quel bambino, oltre a un innato spirito artistico (ancor prima di quello scientifico), esisteva già una forte capacità comunicativa e una passione per l’insegnamento, tanto da impartire lezioni ai cuginetti quasi tutti i sabati pomeriggio!

Senza “risparmiare” nemmeno il fratellino Francesco, al quale dava lezioni di violino, dopo aver iniziato per caso a suonare questo strumento musicale. Strumento che lo appassionerà a tal punto da proseguire gli studi al Conservatorio, diventando direttore di un coro Gospel che dirige tuttora. Alle superiori si avvicina alla scienza, prima innamorandosi dei film di fantascienza, dei loro scenari futuristici, delle velocità interstellari e dei viaggi attraverso il cosmo, per poi far esplodere la passione per la Fisica, come materia che avrebbe dipinto il nostro futuro.

Sia come studente prima, con il fascino e la conoscenza dei professori universitari, ma soprattutto come professore poi. “L’insegnamento era nella mia anima, l’entusiasmo per la Fisica, che più diventa complicata, più diventa affascinante, una fisica proposta in una maniera spettacolare e artistica!”

“Voglio fare l’insegnante, perché amo l’idea di insegnare, di comunicare, perché l’insegnante è innanzitutto una persona che comunica, che coinvolge quando parla; e questo dovrebbe essere alla base di tutti quelli che decidono di affacciarsi a questa professione”

Arriva il 2 ottobre 2016, la vera svolta, la prima vista al Cern.

Mi sono sentito come un professore che per la prima volta si rende conto di quanto vecchia fosse la fisica che raccontavamo a scuola: sì, tu racconti l’accelerazione, i campi elettromagnetici, ma non dici che questi campi elettromagnetici vengono sfruttati ad esempio per curare le persone.”

L’altra componente che si è combinata è quella della rete, dei social. “Amoreggiavo con i social già da due anni, ma con un approccio e una mentalità di una persona della vecchia generazione, che arrivava dal mondo della tv.”

Quell’ottobre 2016 è stato determinate.

“Sono tornato a casa totalmente affascinato, mi si è aperta la mente, innanzitutto come docente. Ho cominciato a fare le mie prime live, su quello che sarebbe poi diventato il mio canale YouTube, solo a settembre dell’anno successivo, perché ci è voluto un anno per metabolizzare questo cambiamento che stava avvenendo nella mia vita.”

Mescolando tutti questi ingredienti (dove l’amore per il proprio lavoro cresceva a ritmo esponenziale), la capacità di assorbire gli aspetti più sani e stimolanti della rete, ecco creato questo caos meraviglioso chiamato “La Fisica che ci piace”, dove concetti, teorie e formule vengono spiegate in un modo originale, entusiasmante e pratico, facendoti venire voglia di studiare e di saperne il più possibile su questa materia. Insomma, il professore che tutti avremmo voluto avere!

Gli studenti come hanno preso questo cambiamento, queste lezioni live?

“Loro erano felicissimi di vivere questo esperimento stranissimo, e fortunatamente la preside mi ha sempre appoggiato in questo progetto, vedendo nel risultato qualcosa di avveniristico. Viviamo in un periodo dove è ancora più importante insegnare e stimolare i ragazzi”.

Anche per questo nasce il suo secondo libro, “Ci vuole un fisico bestiale”, già best seller, un viaggio nella vita del prof più amato e seguito dagli studenti italiani che ci racconta con parallelismi e aneddoti la fisica di sette fisici, capaci di compiere opere grandiose, nonostante le proprie fragilità, paragonandoli a noi stessi, abitanti di questa civiltà moderna.

Il motore principale di “Ci vuole un fisico bestiale” è raccontare, attraverso la vita un po' spericolata di Vincenzo, come la forza di volontà possa sconfiggere i pregiudizi.

“Ognuno ha le proprie debolezze, così come le hanno sofferte queste grandi menti, ma la determinazione è l’arma vincente. Così com’è stata determinata Marie Curie, scontrandosi con la difficoltà di essere uno scienziato donna, o Sir Stephen Hawkins superando i presunti limiti fisici, che limiti non sono stati!”

Si atterra così sulla vita di questi sette personaggi, con un parallelo sul mondo moderno, grazie al racconto della vita di un professore sensibile e geniale e della sua potente volontà di spronare i ragazzi.

Il fisico preferito tra questi sette?

“Direi Leonardo, forse perché era il meno fisico di tutti. Lui non è stato un grande scopritore di leggi fisiche, ma lui era un curioso, un artista, un genio. Per me il genio è il curioso, colui che sperimenta, colui che pensa; è stato quello che ha sondato di più i vari campi della conoscenza, che è l’atteggiamento più giusto per i ragazzi: buttarsi, esplorare la conoscenza.”

E Vincenzo Schettini non è da meno nello sperimentare l’insegnamento con un metodo rivoluzionario, comunicando con naturalezza, sensibilità, spronando gli studenti a leggere, imparare, mordere la conoscenza, tirando fuori il loro meglio.

E come Socrate, spiegava a un’agorà tangibile, Vincenzo ha trasformato tutta la sua rete in un’agorà virtuale, composta ad oggi da più di quattro milioni di followers (i suoi “lovvini”) e decine di milioni di visualizzazioni.

“Quando i miei studenti mi dicono: lei mi fa amare la fisica, non solo passo dal 4 all’8, ma la studio con piacere...Ecco, quello è il punto di svolta, lì hai fatto la magia.”

Un’ulteriore testimonianza del suo amalgama di creatività e competenza, è dato dalle bellissime parole spese nella prefazione del suo ultimo libro dal professor Giorgio Parisi (premio Nobel per la Fisica 2021), che gli attribuisce, nell’ultimo capitolo, l’immaginazione di Umberto Eco. Ed è proprio da una chiacchierata con il premio Nobel, condividendo l’importanza della lettura e dell’insegnamento della Fisica fin dalle scuole primarie, che il professor Schettini partorisce l’idea de” La Fisica che ci piace Kids”, una sorta di spin-off, per i più piccoli (ma decisamente utile anche per i grandi!).

Un’escalation di successi più che meritati: milioni di followers, eventi, uno “spin-off”, due libri e uno spettacolo teatrale, una lezione-show che debutterà il 15 dicembre con più della metà delle date sold out.

Chissà se lo ritroveremo tra qualche anno in un programma tv tutto suo, combinando conoscenza e intrattenimento, o alla conduzione di Sanremo, tinteggiando il Festival di quella genialità garbata e quella sana creatività di cui forse avrebbe bisogno!

Una cosa però possiamo affermarla con certezza: il prof Vincenzo Schettini sta contribuendo ad accrescere l’interesse delle nuove generazioni per questa materia finora considerata ostica, per avere presto, perché no, dei nuovi premi Nobel per la Fisica made in Italy.

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