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May 05 2017
La Russia celebra la Giornata della Vittoria. Il 9 maggio la nazione commemora il trionfo sul Nazismo e la fine del conflitto noto universalmente come Seconda Guerra Mondiale, ma chiamato dai russi Grande Guerra Patriottica (Velikaya Otechestvennaya voyna).
Putin ha detto: “chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore”. La giornata del 9 maggio spiega alla perfezione quest’aforisma e decifra perché, per la maggioranza dei russi, deve essere Vladimir Vladimirovi a guidare il Paese.
Le celebrazioni
Si tengono parate militari, raduni, concerti e sarà ancora una volta evidente il ribaltamento simbolico avvenuto nella nuova Russia che in questa giornata esibisce con orgoglio la stella rossa, il simbolo principale del comunismo.
Quando in epoca sovietica i commentatori occidentali e i dissidenti interni volevano sminuire il ruolo dell’armata rossa, esaltavano il concetto di patriottismo per de-ideologizzare la campagna militare sovietica capace di raggiungere il cuore di Berlino; un momento cristallizzato dalla celebre foto della bandiera rossa issata sui ruderi del Reichstag.
E tuttavia oggi, nella Russia pluralista emendata dai simboli del Socialismo reale, proprio il 9 maggio quasi tutti i bambini vengono vestiti con la divisa dell’armata rossa e la stella a cinque punte campeggia sui berretti, come d’altronde i simboli del comunismo dominano sul palco del grande concerto che chiude la serata moscovita.
La tradizione storica
Insomma, l’identità della Russia moderna attraverso la commemorazione della Guerra al Nazismo si spinge fino a rileggere il ruolo di Stalin, il capo delle forze armate vittoriose su Hitler. Secondo un recente sondaggio dell’Istituto Levada il 39% dei russi apprezza la figura storica di Stalin, un dato che sommato al 30% di neutrali lascia ai critici del “meraviglioso georgiano” (definizione attribuita a Lenin) un modesto 20% che fa molto riflettere.
Di certo un leader forte piace alla poliedrica personalità del popolo russo. Ecco perché la giornata del 9 maggio si apre sempre con la promessa del sole. Promessa metereologica, ma con l’intento di dominare anche gli elementi naturali ottenuta grazie alla flotta aerea pronta, su ordine di Putin, ad alzarsi in volo per disperdere se necessario le nubi dai cieli di Mosca e dalla Piazza Rossa.
Il Reggimento Immortale e le canzoni di guerra
Per i russi è un giorno di coesione assoluta, col corteo del Reggimento Immortale (Bessmertnyy polk), cioè di chi ha avuto un familiare coinvolto nella guerra, e sfila per la strade con la sua immagine incorniciata. Anche Vladimir Vladimirovi Putin ha sfilato con la foto del padre Vladimir, come il patronimico rivela.
Se la parata militare parla da sola, in tutti c’è enorme curiosità per gli spettacoli serali sulla Piazza Rossa e sulla collina Plokonnaja. Napoleone in questo luogo aspettò invano che gli fossero consegnate le chiavi di Mosca, mentre il pubblico aspetterà per sapere chi, tra le grandi stelle dello spettacolo, canterà le canzoni del tempo di guerra che fin da bambini tutti i russi imparano a scuola e in famiglia.
Katjuša è una canzone famosa oltre i confini, ma per i russi brani come “Zhuravli” (le Gru, proprio due gru in volo in una stella rossa sono il simbolo del Reggimento Immortale), il “Canto della Terra” (Pesnya o Zemle), “Abbiamo bisogno di una vittoria” (Nam nuzhna odna pobeda), “Sulle alture senza nome” (Na bezymyannoy vysote) sono tutte melodie indimenticabili cantate a memoria e che portano a lacrime certe.
La rappresentazione, per coreografie, racconto drammaturgico e movimenti scenici, è la perfetta sintesi della scuola russa - dal balletto al coro - dove è palpabile la sintonia con un pubblico che non è più pubblico, ma il protagonista di un’emozione collettiva confezionata ad arte dalla regia televisiva per una diretta spettacolare.
Ekaterina Guseva e il ruolo delle donne.
Tra le stelle, brilla sempre più quella di Ekaterina Guseva. Moscovita, artista completa e affascinante, la carriera di Guseva è il foto-racconto della Russia odierna. Giovanissima, era di scena al teatro Dubrovka nel 2002 quando il terrorismo ceceno colpì con l’assedio costato la vita a 130 civili, e oggi interpreta Anna Karenina sul palco dell’Operetta di Mosca, dove il musical è un successo strepitoso.
Cecenia e Tolstoj, guerra e pace, scandite da una voce straordinaria fanno di Ekaterina Guseva un simbolo che riflette il ruolo crescente delle donne nella società russa di oggi, come fondamentale fu il ruolo delle donne (almeno 800.000 protagoniste nelle operazioni militari, sia sulla linea del fronte sia in retrovia) nella Grande Guerra patriottica.