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La Guardia di Finanza scopre frode fiscale sui carburanti da 300 mln

La scoperta di una gigantesca frode fiscale nel settore dei carburanti, frutto di un'operazione congiunta delle Fiamme Gialle di Verbania, Rovigo, Roma, Napoli, Caserta e SCICO, coordinata dalla Procura Europea (EPPO), ha fatto emergere un intricato sistema che ha portato al sequestro di beni per un valore di 300 milioni di euro a carico di 59 persone fisiche e 13 imprese. Una frode, alimentata da società fittizie intestate a prestanomi e clochard campani.

Il sistema per eludere l’IVA sul commercio dei carburanti ha visto cinque soggetti italiani indagati e sottoposti agli arresti domiciliari; mentre altri tre sono destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.Il flusso illecito di carburante proveniente dalla Slovenia e dalla Croazia, dirottato attraverso una rete di 41 società "cartiere" con sedi in Campania e Lombardia, ha portato a violazioni sistematiche degli obblighi fiscali, con la complicità di una società con sede a Rovigo e deposito fiscale a Magenta (MI).Le fatture false emesse e utilizzate dalle cartiere ammontano a oltre 1 miliardo di euro. Accertato anche il riciclaggio di proventi illeciti per un ammontare complessivo di oltre 35 milioni di euro, prima trasferiti sui conti correnti di società ungheresi e rumene, poi prelevati in contanti e infine consegnati ai promotori del sodalizio.

«L'indagine nasce da da un lungo lavoro condotto dal Nucleo Operativo di Verbania e Rovigo, che hanno individuato un sofisticato schema di frode fiscale riguardante i prodotti energetici»-ci spiega il Tenente Colonnello Daniele CorradiniNucleo Pef di Caserta

Cosa può dirci del sistema usato?

«Il sistema di frode è stato attuato attraverso l'utilizzo dello schema noto come frode "carosello", ampiamente diffuso e progettato appositamente per eludere l'IVA. In pratica, società cartiere fittizie intestate a prestanomi venivano create per simulare acquisti intracomunitari. I prestanomi, naturalmente, non versavano l'IVA del 22%, consentendo così ai soggetti coinvolti di ottenere ingenti profitti».

Chi sono i prestanome?

«I prestanome coinvolti in questa frode sono persone che non posseggono nulla, alcuni dei quali erano addirittura senza fissa dimora, individuati tra i senza tetto delle piazze di Napoli».

Come siete arrivati nel Lazio ed in Campania?

«A Roma e Napoli, erano presenti gli utilizzatori finali, con capannoni contenenti benzina e gasolio. A beneficiare di questa frode erano imprenditori italiani del settore, che acquistavano carburante in Slovenia e Croazia. Parliamo di un volume di milioni e milioni di litri, generando un giro d'affari di oltre un miliardo di euro».

Sono state recuperate le somme?

«Attualmente, il Giudice per l'Udienza Preliminare ha richiesto il sequestro di beni per un valore di 300 milioni di euro, sequestro che è ancora in fase di esecuzione»

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